‘CANCELLARE O RELEGARE NELL’OBLIO IL LAVORO DI RENZI SAREBBE UN ERRORE’, IL PREMIER GENTILONI NELLA TRADIZIONALE CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO A PALAZZO CHIGI

“Sono stati 15 giorni molto impegnativi per me, ma anche entusiasmanti perché, per chi fa il mio lavoro, servire istituzioni è appassionante. Il governo nasce all’indomani delle dimissioni di Matteo Renzi provocate dalla sconfitta referendaria. Quel risultato non si cancella e noi lo abbiamo ben presente, ma non deve cancellarsi anche il lavoro che ha fatto il governo Renzi. “. Così, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno, Paolo Gentiloni riassume  i sui suoi primi giorni a palazzo Chigi come presidente del Consiglio. “Il governo proseguirà la strada delle riforme: non abbiamo finito e soprattutto non abbiamo scherzato – ha spiegato ancora il premier – Il percorso delle riforme, per il tempo che avremo a disposizione per lavorare, andrà avanti e questo – tiene e precisare Gentiloni – non è un mio puntiglio ma la continuità serve al Paese”. Quindi, rivolgendosi ai dati in cui si evidenzia che il lavoro stabile è cresciuto di circa 700.000 unità – di cui circa i due terzi a tempo indeterminato – il presidente del Consiglio spiega che ’’E’ un risultato che non ci soddisfa perché nella fascia sotto i 40 anni il lavoro da fare è ancora enorme. L’economia è cresciuta, seppur a un tasso che vorremmo più elevato. Il governo nel 2017 quindi farà del suo meglio per migliorare la situazione del Paese. Lo farà proseguendo le riforme che sono avviate, lo farà lavorando per ricucire le tante lacerazioni che minacciano il nostro tessuto sociale e la sua storica coesione sapendo che è un elemento fondamentale. C’è un disagio sociale – osserva ancora il premier – che fa sentire perdenti ampi strati del cento medio che si sentono un po’ assediati da una specie di vortice popolato da privilegi inaccettabili che rende una sensazione di sconfitta che dobbiamo contrastare”. Quindi, sempre seguendo le tappe del bilancio di fine anno, Gentiloni ha commentato i diversi temi che hanno caratterizzato il lavoro svolto dall’esecutivo negli ultimi tempi. “La stabilità non può prendere ostaggio la democrazia, il voto non si può vedere come una minaccia. il governo – sottolinea il presidente del Consiglio – lavora finché ha la fiducia del Parlamento. Nei confronti della legge elettorale la sollecitudine non è legata alla durata del governo, ma è un’esigenza del sistema arrivare a regole armoniche tra Camera e Senato. E l’esecutivo – sottolinea ancora – faciliterà e solleciterà l’incontro tra le forze politiche”. Poi le banche: ’’Abbiamo messo in sicurezza il risparmio con il decreto legge adottato circa una settimana fa. La sua attuazione ’sarà lunga e complicata’’, però ’’abbiamo preso una decisione strategica e fondamentale’’. Quindi, anche virtù degli ultimi fatti, il premier ha voluto ribadire come, nella sfida del terrorismo “l’Italia deve essere fiera, avendo garantito livelli di sicurezza in momenti complicati”, e qui cita il Giubileo, quando “sulla copertina della rivista del Daesh appariva la cupola di San Pietro. Fortuna? Certo, ma c’è stato anche il lavoro degli apparati e degli organi dello Stato”. Infine, la situazione dei comuni del Centro Italia sconvolti dalle terribili scosse sismiche: “Il susseguirsi della scosse successive – osserva Gentiloni – non ci ha fatto rendere conto della gravità e dell’estensione del terremoto che non ha precedenti recenti. Adesso c’è la fase più difficile e che oltre ad Amatrice, Accumoli, Arquata e ai centri più danneggiati c’è il cratere allargato che coinvolge centinaia di migliaia di persone. C’è il problema del lavoro, della ricostruzione, dell’agibilità dei centri abitati e saranno le nostre priorità”.

M.