‘LA FASE DI RIPRESA DEI CONSUMI DELLE FAMIGLIE, AVVIATASI NEL 2014, SI VA CONSOLIDANDO’, L’ISTAT RILEVA CHE LA SPESA MENSILE DEGLI ITALIANI VA CRESCENDO

 “Ad un ritmo moderato si va consolidando la fase di ripresa dei consumi delle famiglie avviatasi nel 2014, in un quadro macroeconomico caratterizzato dal quarto anno consecutivo di aumento del loro reddito disponibile, da un lieve incremento della propensione al risparmio e dal consolidamento della ripresa del Pil”. Così l’Istat illustrando i dati che evidenziano come, nel 2016, la spesa media mensile familiare ha continuato a salire. Nello specifico, osserva ancora l’Istituto di Ricerca, in valori correnti il dato è stimato a 2.524,38 euro, un aumento quindi dell’1,0% rispetto al 2015, e del 2,2% rispetto al 2013 (anno di minimo per la spesa delle famiglie e ultimo anno di calo del Pil). Tuttavia, la spesa media mensile familiare si è mantenuta al di sotto dei 2.639,89 euro registrati nel 2011. Va intanto premesso, spiega il focus dell’Istat, che la spesa media mensile, è strettamente legata – variare di conseguenza – al titolo di studio della persona di riferimento. Infatti se si prendono a campione è laureati od individui con un titolo di studio superiore alla laurea, la spesa  ammonta a 3.550,31 euro, cifra che risulta essere oltre il doppio di quella delle famiglie in cui le persone di riferimento hanno la licenza elementare o nessun titolo di studio (1.725,35 euro). Poi. Tra le famiglie di occupati dipendenti, mensilmente,  si spendono mediamente 2.231,18 euro (parliamo di operaio od assimilati), i dirigenti  – ma anche ‘quadri’ od impiegati – consumano 3.164,45 euro se è dirigente, quadro o impiegato. E se fra gli occupati indipendenti la spesa media è di 3.586,18, per imprenditori e liberi professionisti la spesa è invece di 2.805,12 euro. Per quel che riguarda la casa, spesa prioritaria per le famiglie  (stimato mediante gli ‘affitti figurativi’),  mediamente la spesa è di circa 1.935,09 euro, segnando così un aumento dell’1,3% rispetto al 2015. Segue quindi la spesa alimentare: 447,96 euro mensili (era 441,50 euro nel 2015). Nel dettaglio, la carne, categoria alimentare ritenuta più importante, è scesa attestandosi a 93,53 euro mensili, rispetto ai 98,25 del 2015. Seguono frutta e vegetali, in evidente aumento  (+ 3,1%), salendo rispettivamente a 41,71 euro e a 60,62 euro mensili. Tuttavia l’aumento maggiore si registra nei prodotti ittici:  +9,5%, fino a 39,83 euro mensili). In questo quadro emerga ancora che, la spesa relativa a  beni e servizi non alimentari (2.076,41 euro al mese) cresce dello 0,9%. Sembrano invece esser tornati ai livelli pre-crisi, le spese per servizi ricettivi e di ristorazione (+4,8%, da 122,39 a 128,25 euro) e salgono per il terzo anno consecutivo quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (+2,9%, fino a 130,06 euro). Si amplia nel 2016 il divario tra le città metropolitane e i comuni periferici delle aree metropolitane e quelli sopra i 50mila abitanti (circa 376 euro in media al mese da poco meno di 100 euro del 2015) e tra città metropolitane e altri comuni fino a 50mila abitanti (poco più di 491 euro da meno di 200 del 2015). La causa principale di questa dinamica è nella marcata crescita della spesa media mensile per beni e servizi non alimentari delle famiglie residenti nelle città metropolitane. Per quel che riguarda le famgilie composte da stranieri, nel 2016 hanno mediamente speso   circa 1.000 euro in meno rispetto alle famiglie di soli italiani (1.582,94 contro 2.590,59).

M.