‘MARE AGITATO A TARANTO’: I LAVORATORI DELL’ILVA COL FIATO SOSPESO MA FONTI INTERNE AL MINISTERO ASSICURANO: NESSUNO SARÀ LASCIATO SOLO O LICENZIATO

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    ‘L’affaire’ Ilva va complicandosi di giorno in giorno. Ed oggi, in relazione alla proposta espressa dalla ‘cordata’ ArcelorMittal-Marcegaglia, fonti interne al Mise hanno tenuto a precisare che “L’organico delle societàIlvaoggetto del trasferimento è composto da 14.220 lavoratori ad oggi effettivi, di cui circa 2.400 in cassa integrazione. La differenza tra la situazione attuale e quella post-acquisizione sarebbe dunque dicirca 2.400 persone in più in cassa integrazione”. Per quanto riguarda poi le proposte di acquisto, aggiungono “chei livelli occupazionali sono legati a quelli produttivi. La produzione di Ilva è limitata per i prossimi anni a 6 milioni di tonnellate, fino al completamento del piano ambientale. Tale limite costituisce una prescrizione del ministero dell’Ambiente per garantire il rispetto degli standard emissivi”. Le stesse fonti spiegano che la proposta di AM Investco, “prevede l’assunzione di 9.407 lavoratori, mentre resterebbero in cassa integrazione nell’amministrazione straordinaria 4.813 persone”. Un’offerta “suscettibile di miglioramento per espressa dichiarazione di disponibilità dell’offerente e sarà oggetto di un confronto con i sindacati nella trattativa per il raggiungimento dell’accordo sindacale. Si rammenta che tale accordo è condizione sospensiva per il trasferimento all’acquirente dell’azienda”. E, “tutti i lavoratori che non verranno assunti dall’acquirente – assicurano dal Mise – rimarranno in capo all’amministrazione straordinaria per tutta la durata del programma e potranno essere impiegati nelle attività di decontaminazione che saranno eseguite dalla procedura”. Dunque, “nessun lavoratore sarà dunque, in ogni caso, licenziatoe/o lasciato privo di protezione”. Sul fronte ‘operaio’ nel frattempo, il consiglio di fabbrica ha indetto unosciopero di quattro ore(le ultime del primo turno) per domani mattina dai sindacati dell’Ilva di Taranto (Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Usb). Questo perché la rappresentanza delle varie sigle sindacali unitarie, non accettano  ‘i numeri degli esuberi presentati da entrambe le cordate nei loro piani che risultano così non negoziabili”, dichiarandosi “indisponibili a negoziare sui piani industriali presentati. I piani vanno riscritti garantendo salute, ambiente occupazione e salari”. Sempre sul fronte sindacale, Fim, Fiom Uilm Usb, in vista della convocazione prevista domani al Ministero dello sviluppo economico, hanno richiamato tutti lavoratori “all’unità per poter affrontare insieme questa difficile vertenza, chiedendo agli stessi la massima partecipazione alla prima iniziativa di sciopero”.

    M.