‘NOI COME I DEPORTATI, SIAMO QUI PERCHÉ DISPERATI’, UNA DELEGAZIONE DEI TERREMOTATI DELLE MARCHE RICEVUTA DALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA BOLDRINI. APPELLO ANCHE AL PAPA

“Siamo qui perché qualcosa non sta funzionando, ci avete fatto tante promesse e dato tanto coraggio quando siete venuti, subito dopo il sisma.Qualcuno ci aveva detto che a Natale quasi tutto sarebbe stato sistemato, noi oggi non vediamo quanto ci era stato promesso. E abbiamo un precedente, il terremoto del ’97: dopo tre mesi tutti erano nei container. Adesso, a chi è andata bene, vive in moduli in una situazione poco dignitosa, in camere con 3-4 letti e i bagni fuori. Per gli anziani un grosso disagio. Poi c’è gente nelle tende, nelle roulotte, persone che si sono organizzate sole”. Così, una ragazza delle delegazione marchigiana ricevuta alla Camera dalla presidente Laura Boldrini che, appreso del corteo dei terremotati marchigiani sotto Palazzo Chigi, ha appositamente rivisto la sua agenda per incontrarli. Una piazza affollata da persone che a causa del sisma hanno perso tutto, lavoro, casa, amici, famigliari, lavoro. “Oltre a quelle ospitate nella costa che sembrano deportate. Psicologicamente la situazione inizia a essere intollerabile. A breve le convenzioni con gli albergatori scadranno, dove andranno a finire questi concittadini? Siamo venuti qui in forma pacifica, perché siamo veramente disperati”, ha aggiunto la giovane marchigiana con indosso una t-shirt con su scritto: ’Daje Marche. La nostra terra trema, noi no”. Ma i problemi, per chi vive in quell’area, sono tantissimi. La ragazza con la t-shirt manifesto si sofferma sul problema degli animali. “Sono morti di freddo e per il gelo – ha scandito – nonostante l’allarme meteo scattato svariati giorni prima. La soluzione non è desertificare le zone montane”. L’incontro va avanti nell’ufficio della presidenza. La Boldrini, dopo aver espresso tutta la sua vicinanza e l’impegno per contrastare la burocrazia, ha voluto incontrare anche la situazione degli sfollati ospitati sulla costa: “voi parlate di deportazione – ha affermato il presidente della Camera – ma voi cosa avreste fatto?Dove avreste messo le persone che non hanno più una casa?”. Qualcuno prova a fare accenno ai container usati in precedenti emergenze, “ma probabilmente – ha fatto notare la presidente – non erano più adeguati, anche per le temperature: parliamo di luoghi in cui sono molto basse. Se sono state trasferiti sulla costa, è per sottrarre queste persone ad un disagio che ci sarebbe stato”. Poi gli sfollati hanno riferito alla Boldrini di appellarsi anche a a Papa Francesco, e all’Angelus di domenica scorsa. “Ha chiesto anche Sua Santità – hanno ricordato alla presidente – di superare la burocrazia affinché non crei ulteriori disagi, vi ha chiesto attenzione. Il Papa interviene solo in situazioni drammatiche”.