‘NON POSSIAMO ESCLUDERE LA PRESENZA DI UN GRUPPO PIÙ AMPIO DI INDIVIDUI PRONTO A UN ATTACCO’, IL PREMIER MAY ANNUNCIA L’ALLERTA MASSIMO. MANCHESTER: BLITZ DEGLI AGENTI

Al termine della riunione fiume della commissione ‘Cobra’, tesa ad argomentazioni di estrema segretezza, e volte alla sicurezza interna del Paese, il premier Theresa May ha annunciato che da oggi in Gran Bretagna l’allarme è stato elevato al massimo. Questo perché, al momento, gli investigatori non possono escludere che il 22enne Salman Abedi – il kamikaze dell’Arena Manchester, le cui 22 vittime sono state tutte identificate – non fosse solo. E dunque indicendo il massimo livello di allerta, significa che non è esclusa la possibilità di un nuovo “imminente attacco terroristico”. Come ha infatti tenuto a sottolineare Theresa May, esiste la possibilità che vi sia “un gruppo più ampio di individui”, coinvolto nell’attentato di lunedì durante il concerto di Ariana Grande. Una tesi condivisa anche da Amber Rudd, ministro degli Interni. E mentre nelle strade inglesi si apprestano a ‘posizionarsi’ camionette e militari, proseguono intanto serrate le indagini da parte delle autorità impegnate a fare luce sull’attentato di Manchester. Qui stamane è stata battuta la notizia di altre tre persone arrestate. L’attentato di lunedì ha intanto scatenato una questione interna alla Libia. Abedi è nato infatti  a Manchester, ma da una famiglia di origini libiche (definite persone tranquille dai vicini). Ed ora dopo la strage la Libia mette avanti le mani spiegando che “non si creda che tutti i libici sono terroristi”. E dalle pagine del quotidiano online ‘Libya Herald’, il giornalista libico Reda Fhelboom, che ha vissuto per anni a Manchester, scrive: “La Gran Bretagna concede loro asilo e ora paga il prezzo per aver trascurato la loro ideologia estremista. Sentire che i responsabili dell’attacco sono libici non è stata una sorpresa perché so che ci sono molti estremisti libici che vivono a Manchester”.

M.