“I BAMBINI SANNO”, L’ITALIA VISTA DAGLI OCCHI DEI BAMBINI di Alessia Fabiani

Dopo il  successo del precedente documentario Quando c’era Berlinguer, ripercorrendo una  grande 

personalità del passato, il nuovo lavoro di Walter Veltroni si dedica al tempo presente con una speranza nel futuro: I bambini sanno – da giovedì 23 aprile nelle sale cinematografiche. Cullato da un letto di critiche positive, il docufilm si appresta a raccontare  la nostra epoca ed una nuova e giovane Italia attraverso la pura lente d’ingrandimento di trentanove bambini, intervistati dallo stesso Veltroni. Bambini di diverso ceto sociale, di cultura e religione in età compresa tra gli 8 e i 13 anni; l’età dei perché, delle grandi domande. Amore, famiglia, crisi, omosessualità ed anche il rapporto con Dio sono solo alcune delle tematiche toccate all’interno della pellicola: Cosa serve nella vita per essere felici? Kevin, di 11 anni risponde sicuro “Sognare”. Hai sentito parlare della crisi? “Sì, bisognerebbe fare un po’ una rivolta”. Cosa pensi del musulmani? “Niente. Sono come noi. Siamo tutti uguali, tanto” – questi alcuni dei quesiti a cui i bambini hanno risposto che per i grandi dovrebbero essere un insegnamento, interrogativi profondi dove i bambini scavano più a fondo con una semplicità strabiliante, dando risposte che agli occhi di chi l’infanzia l’ha lasciata da tempo, potrebbero sembrare così ovvie eppure tanto difficili da praticare. “I grandi spesso parlano con loro a voce alta, scandiscono le parole – osserva Veltroni – manca solo che usino il verbo all’infinito come fanno gli stranieri… Io ho cercato di ascoltarli e di raccontare proprio come ogni cosa, in quel tempo della vita, venga vissuta, metabolizzata, macinata, interpretata”. Nel film i bambini sono colti nell’ambiente in cui vivono, si intravedono le loro case, le loro camere, pareti rosa, poster e zainetti colorati ma anche le carrette del mare ammassate nei porti in cui i piccoli e i grandi sono sbarcati dopo fughe dolorose. Un film che è stato presentato in una scuola media dove, a seguito della proiezione c’è stato un dibattito dal quale è stato preso lo slogan per la locandina: “lì una bambina mi ha detto ’ci porterò i miei genitori, così mi capiranno meglio’. – spiega l’autore – È stato il complimento più bello”. Un film allegro che fa riflettere ma avvolto anche da una patina cupa: la consapevolezza che forse il futuro non è proprio così come questi bambini se lo immaginano ma non per questo meno atteso.