Home ATTUALITÀ BREAKING NEWS Salvini: “Non mi dimetto. Conte ancora il mio premier”

Salvini: “Non mi dimetto. Conte ancora il mio premier”

La crisi prosegue con una diatriba a distanza fra Salvini e Di Maio. Da un lato il primo, che continua a parlare di voto o di rimettersi al tavolo del governo, l’altro che non presta l’orecchio e parla di taglio dei parlamentari.

Intanto Grillo ha incontrato i vertici del Movimento in un summit dal quale è uscita una sentenza: Salvini è “inaffidabile”.

“I ministri della Lega sono pronti a lasciare le poltrone per combattere per l’Italia che ci sarà tra vent’anni.” ha detto Salvini. “La Lega non è in vendita. Le poltrone ci servono finché riusciamo a fare le cose. Altrimenti in 15 secondi i ministri della Lega si alzano e se ne vanno. O si governa o si vota”.

Aggiornamento ore 0.30

“La via maestra sarebbe il voto, invece siamo in mano a una trentina di renziani. Senatori di un pezzo del Pd che sanno benissimo che se andiamo a votare non li voterebbe nessuno. Ho fatto venire a galla in questi giorni che per qualcuno la poltrona vale seimila volte di più della democrazia”.

“Un governo degli sconfitti M5S-Pd sarebbe una truffa per l’Italia e gli italiani” ha ribadito Salvini.

Aggiornamento ore 6.00

“Si sono visti in dieci a casa di Grillo per svendere il Paese a Renzi” ha tuonato Salvini. “Loro vanno con Renzi e io sarei l’inaffidabile? Una cosa allargata a Forza Italia? Roba da marziani. Dovranno passare sul mio corpo. Chi ha paura del popolo ha la coscienza sporca perché non ha lavorato bene. Qualcuno vuole andare al governo per terminare l’opera di svendita delle aziende italiane alle multinazionali straniere. Andremo nelle piazze italiane a chiedere pacificamente di andare al voto perché un altro governo non rappresenta la volontà popolare. Qualunque governo che non risponde alla volontà popolare è un governo che risponde a Bruxelles, Parigi e Berlino”.

“Come andrà martedì? Voglio ascoltare le parole del presidente del Consiglio, senza pregiudizi. Certo se il mood è quello delle scorse settimane, allora la via maestra è chiara. In questi giorni abbiamo un rapporto epistolare, ma è ancora il mio presidente del Consiglio. Magari martedì mi stupisce. Se mi dice applichiamo la flat tax domattina… Il mio telefonino è sempre acceso. Le mie dimissioni? Non do la soddisfazione a compagni di lasciare il ministero dell’Interno. Difenderò l’Italia e i suoi confini con le unghie e con i denti. Non mi stupirei se, nei prossimi giorni, ricevessi una richiesta di processo”.

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