A MOSCA PER INCONTRARE PUTIN, IL PRESIDENTE DELLE FILIPPINE RIPRISTINA LA LEGGE MARZIALE NELL’ISOLA ‘INVASA’ DAI JIHADISTI. LA CHIAMATA DI TRUMP SU KIM: ‘NON POSSIAMO LASCIARE LIBERO UN FOLLE’

“Non abbiate paura, sto tornando a casa. Interrompo la mia visita qui per essere al fianco dei miei connazionali. Affronterò il problema al mio arrivo”. Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha improvvisamente interrotto la sua visita a Mosca per fare ritorno nelle Filippine per affrontare la crisi maturata nel suo paese. Tuttavia nella capitale russa il presidente avrebbe però già firmato degli accordi bilaterali con Putin, e proceduto all’acquisto della armi necessarie per combattere gli estremisti islamici nel suo Paese. Nella città di Marawi (200mila abitanti), un centinaio di militanti di un gruppo che si è associato all’Is, stanno infatti assediando la città, dove hanno dato fuoco a una chiesa cattolica, al carcere e a due scuole. Come ha denunciato il vescovo Edwin Dela Pena, sono stati prese in ostaggio diverse persone tra le quali anche suore e religiosi. Un momento particolarmente importante quello che sta vivendo Duterte il quale, grazie al posizionamento geografico del suo Paese, è spesso ‘coccolato’ dalle superpotenze mondiali. Pochi giorni fa ad esempio, ha tenuto un lungo colloquio telefonico con Donald Trump il quale, a proposito della situazione della Corea del Nord, e del leader nordcoreanoKim Jong-Un, ha commentato: “Non possiamo lasciare un folle con armi nucleari in libertàcome ora. Abbiamouna grande potenza di fuoco – avrebbe confidato Trump a Duterte – maggiore della sua, di oltre 20 volte,ma non vogliamo usarla”.

M.