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“A Natale salvo varianti, cenone in libertà” afferma Sileri, ma Israele avverte: “Rischio quinta ondata per mutazione”

Salvo ‘imprevisti’, secondo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, finalmente a Natale “Potremmo fare un cenone in libertà” anche se rimarca, “Ancora però ci saranno il distanziamento, la mascherina e il Green pass” e, tiene a precisare, “Salvo che non accadano cose strane, come una nuova variante di coronavirus”.

Sileri: “Prima dell’estate 2022 potremmo tornare anche a goderci i concerti live all’aperto”

A seguire, se tutto andrà come si pensa e spera, ha poi aggiunto, “Molto prima dell’estate 2022 potremmo tornare anche a goderci i concerti live all’aperto”. Tuttavia, aggiunge cautamente, “Vediamo come procede la situazione anche con le nuove varianti ma ormai ne siamo fuori”.

Intanto Israele annuncia ‘l’arrivo’ nel paese della mutazione AY.4.2 della variante Delta, ‘made in Gb’

Certo è che, “causa la mutazione AY.4.2 della variante Delta, non possiamo escludere lo sviluppo di una quinta ondata della pandemia da coronavirus”. E’ quanto denuncia da Israele l’immunologo Cyrille Cohen, che dirige il Laboratorio di immunologia e immunotcerapia dell’Università di Bar-Ilan.

L’immunologo di Bar-Ilan: isolata in un 11enne appena rientrato dalla Moldova

C’è dunque da dire che l’ennesima, pericolosa variante, è invece già ‘in circolo’, come denuncia lo stato di Israele, dove un primo caso relativo alla mutazione AY.4.2 della variante Dealxòt, è stata isolata in un 11enne appena rientrato dalla Moldova.

Come spiega Cyrille Cohen, l’immunologo che dirige il Laboratorio di immunologia e immunoterapia dell’Università di Bar-Ilan, si tratta della stessa variante che si è sviluppata nel Regno Unito:

L’immunologo di Bar-Ilan: “Non sappiamo quanto sia contagiosa ma in Gb ha raggiunto il 10% di tutti i casi”

Non è ancora chiaro quanto sia contagiosa – afferma l’immunologo –  ma il fatto che abbia già raggiunto il 10% di tutti i casi in Inghilterra dovrebbe far suonare un campanello d’allarme“, ha affermato, dicendosi preoccupato perché teme che nel Paese possono celarsi anche altri casi.

L’immunologo: “Arrivato all’aeroporto risulti negativo, ma potresti essere stato infettato prima o dopo”

Il problema ha giustamente fatto notare Cohen, è che i test d’ingresso in Israele possono non essere sufficienti in quanto, “Magari una volta arrivato all’aeroporto Ben Gurion risulti negativo, ma potresti essere stato infettato sull’aereo, forse il giorno prima o il giorno dopo. Ecco perché penso che dovremmo raccomandare un altro test dopo quattro giorni dal ritorno in Israele“.

Max