Home SPETTACOLI MUSICA Achille Lauro “Sono il documentario di una generazione”

Achille Lauro “Sono il documentario di una generazione”

Il mio nome è famoso perché tutti hanno conosciuto me quando dormivo in una macchina, quando vivevo in uno squallido hotel a Boccea, quando avevo paura per mia madre, quando a Val Padana c’erano quei ragazzi e oggi sono rimasti solo ritratti sui muri e fiori. Sono contento quando riesco a fare qualcosa per le persone che ne hanno bisogno tra cui alcuni dei ragazzi cresciuti con me fin da piccoli, protagonisti delle mie storie vere e del mio successo, che ancora oggi vivono un disagio che alcuni sono solo capaci di raccontare. No cantastorie. Documentario di una generazione“.

“Ho rabbia per chi ha umiliato la mia famiglia”

Così, toccato da una scrittura vera ed essenziale ma, così come nelle sue canzoni, non priva di sfumature poetiche, attraverso un lungo post su Instagram Achille lauro ha voluto omaggiare la sua famiglia, raccontando alcuni passaggi della sua infanzia.

“Gente onesta che ha sacrificato una vita per il lavoro”

Sono figlio di gente onesta, di chi ha sacrificato una vita per il lavoro sopportando per anni di farsi sputare addosso senza mai ricevere nulla“, scrive il bravo artista, ricordando il padre quando “di giorno insegnava pur di portare a casa quattro soldi e di notte non dormiva ossessionato dal rimanere condannato in una misera vita. Ho visto mia madre fare lavori umilianti ma caritatevoli. Mai dirò che mi ha fatto mancare qualcosa – tiene a sottolineare l’artista – La mia rabbia e la mia ambizione nasce dalle umiliazioni. Quello che hanno fatto alla mia famiglia mi ha fatto diventare chi sono“.

“Oggi sono felice di essere diventato migliore di ieri”

Mia madre – prosegue Achille – ha vissuto per gli altri, andava sulla strada ad aiutare prostitute a salvarsi assumendosi grandi rischi. Ospitava a casa bambini di famiglie in difficoltà anche quando noi stessi eravamo disperati. Sono contento perché è anche grazie a quello che abbiamo passato se sono qui e, nonostante abbia avuto un rapporto difficile con la mia famiglia, sono felice perché oggi mio padre ha conquistato quello per cui ha vissuto e mia madre ha un ruolo importante al mio fianco. Sono diventato migliore di ieri perché sono già stato chi nessuno sarebbe mai voluto essere e perché quei ragazzi sono cresciuti avendo come esempio quello che non sarebbero mai voluti diventare. Gloria ai miei ragazzi – conclude quindi Lauro – a chi è come noi e a chi non c’è più. È ora di aprire il nuovo sipario dove la morte stavolta è soltanto una messa in scena e dove si rimarrà per sempre“.
Max