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Acqua, una risorsa vitale che paghiamo mediamente 322 euro l’anno, rivela il rapporto 2021 di Arera

Mai come quest’anno, complici i rialzi dei consumi a parte, la siccità ha inciso sul nostro quotidiano, ponendo serie basi circa il futuro, soprattutto nell’ambito del comparto agricolo-industriale.

L’Acqua, ora va molto meglio ma, ogni anno negli acquedotti si registra una dispersione del 40,7%

D’altra parte, a condizionare non poco, i costi di gestione, anche la presenza di tubature approssimative e vetuste.

Come rivela infatti l’impietoso ‘chek’ tenuto da Arera, dati tecnici riferiti al 2021, è emerso che, sull’intero territorio nazionale, si registra un valore medio delle perdite idriche lineari pari a 17,2 mc/km/gg che, tradotto rispetto al valore medio delle perdite idriche percentuali, significa una dispersione di acqua pari al 40,7%. Se al Nord le perdite risultano essere più contenute, così non è invece per il Centro, il Sud e le Isole dove, mediamente, la dispersione della risorsa idrica all’interna degli acquedotti, rappresenta poco meno della metà. Numeri che fanno davvero spavento.

L’Acqua, Arera ha censito un campione di 93 gestori che erogano il servizio a qualcosa come quasi 39 milioni di residenti

Questa la premessa che spiega intanto come, già a ‘monte’, in Italia siamo ormai abituati a gestire una risorsa vitale che in futuro potrebbe addirittura incidere sul prosieguo della nostra stessa civiltà.

C’è poi l’aspetto negativamente ‘pratico’, legato ai costi che tutti noi puntualmente ci imbarchiamo per continuare a poter usufruire di questo ‘miracolo  naturale’.

Ed anche qui viene in nostro soccorso la relazione annuale 2022 di Arera (l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente) che, facendo riferimento ad un campione di 93 gestioni (capaci di erogare un servizio a qualcosa come quasi 39 milioni di residenti), spiega che per l’annualità 2021, una famiglia tipo composta da 3 persone (dunque per un consumo annuo pari a 150 m3), spende 322 euro l’anno a livello nazionale. Importi che poi variano in base all’ubicazione geografica, ad esempio, se al Nord-Ovest  si pagano 239 euro l’anno, al Centro diventano invece 397 euro.

L’Acqua, oltre ai costi a ‘monte’ ci sono poi le altre voci che incidono corposamente sulla bolletta

In tutto ciò, dobbiamo poi considerare anche le diverse voci che caratterizzano  la bolletta dei cosiddetti ‘utenti domestici’, considerando che, per consumi annui di 150 mc, circa il 39,5% è da riferirsi al servizio dell’acquedotto, il cui costo – nella media nazionale annua – si attesta intorno ai 127,3 euro.

Ed ancora, ecco poi – sempre a livello medio nazionale – la spesa relativa ai servizi di fognatura e depurazione (41,7 euro, vale a dire, il  12,9% del totale) e a 95 euro/anno (29,5%). Inoltre la quota fissa pesa il 9% e altrettanto pesano le imposte (9%).

L’Acqua, tuttavia in termini di dispersione e gestione degli acquedotti, la situazione va migliorando

Tuttavia, assicura il rapporto stilato da Arera, rispetto agli anni passati è stato registrato un netto miglioramento della gestione e del contenimento della dispersione idrica, delineando così un miglioramento complessivo rispetto agli indicatori di qualità tecnica. Bollino verde anche rispetto al crescente  numero di gestori, puntualmente ‘analizzati’ e monitorati.

Max