AFRICA, KAMIKAZE SI FA ESPLODERE IN UN CONVOGLIO ONU IN SOMALIA: 4 MORTI di Simone Lorusso


    600x400 0201-somalia-bomb-blastIl Corno d’Africa non smette più di sanguinare, lacerato dalle numerosissime ferite che lo affliggono da mesi a questa parte, specialmente per quel che riguarda la zona somala. Proprio la capitale della Somalia, Mogadiscio, è stata il teatro dell’ultimo orrore andato in scena in queste ultime ore. Durante un convoglio dell’Onu, all’uscita dall’aeroporto, un kamikaze, facente parte del gruppo integralista somalo degli Shabaab, si è fatto esplodere dopo essersi infiltrato con un’auto piena di ordigni tra il convoglio e la sua scorta. Il “boato fortissimo”- come l’ha definito da un testimone- ha provocato la morte di quattro persone e il ferimento di almeno una decina di uomini, secondo quanto riparto da un primo bilancio delle autorità. La zona scelta per l’attacco non è affatto casuale, dato che è proprio in quell’area che fanno base i 22mila soldati delle forze di pace dell’Unione africana impegnata nella lotta contro gli Shabaab, oltre a rappresentare la porta di accesso al quartiere delle ambasciate della capitale somala.

    Oltre le scorie lasciate dalla feroce aggressione, fanno rabbrividire ancora di più le parole di un portavoce dei jihadisti che ha definito l’episodio come un “attacco sacro contro soldati somali e dipendenti delle Nazioni unite”. Mentre il sangue continuava a scorrere in Somalia, contemporaneamente anche in Africa sub-sahariana, lunedì scorso, un gruppo di jihadisti, stavolta appartenenti ai Boko Haram, avevano assaltato la città di Damaturu, Nigeria. Il bilancio, reso pubblico oggi, parla di 150 morti, in gran parte civili e filogovernativi, contro le 40 perdite dei Boko Haram. Una vittoria di Pirro che si trasforma in una sconfitta collettiva in una guerra civile senza quartiere né ragioni.