AGCOM – LA RELAZIONE ANNUALE EVIDENZA LA RITROSIA DEGLI ITALIANI NEI CONFRONTI DELLA BANDA ULTRALARGA: IN ITALIA APPENA IL 5% DI ABBONATI CONTRO IL 30% IN UE

Anche se non è da escludere l’incidenza dei costi, fatto è che, al momento, agli italiani la banda ultralarga non piace. Se nel resto dell’Europa ha conquistato il 30% dei ‘navigatori’, in Italia (complice un timido aumento dell’1,6% rispetto al 2014), la diffusione degli accessi a internet super-veloce è infatti ancora molto bassa: solo il 5,4%. Lo ha spiegato alla Camera, dati alla mano, il presidente Angelo Cardani presentando la Relazione annuale dell’Agcom. Cardani ha evidenziato che nel 2015 il nostro Paese al 25esimo posto dell’indice ’Digital Economy and Society’, risalendo di una posizione rispetto al 2014. La disponibilità dei servizi di accesso a reti fisse a banda larga ha raggiunto il 99% delle abitazioni e quella a banda ultralarga è passata dal 36% del 2014 al 44% del 2015. I consumatori italiani continuano a preferire l’accesso alle reti mobili rispetto a quelle fisse (75% di diffusione contro il 53% degli accessi alla rete fissa a banda larga base) il che è da ritenersi “sintomo di un rallentato processo di convergenza rispetto all’Europa in cui gli indicatori sono pressoché equivalenti e pari al 72 e al 75%”. Secondo il presidente dell’Agcom vi sarebbero almeno due cause a concorrere in questo preoccupante scenario: il minor livello di specializzazione e cultura digitale da un lato e l’invecchiamento della popolazione dall’altro. Tuttavia cardani non ha mancato di porre l’accento anche su un altro dato non da poco: l’esistenza, in Italia, di “un problema strutturale di competenze digitali”, rileva l’Autorità.

M.