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    Albertone ha 100 anni: Mattarella, Verdone e De Sica ricordano la figura del grande attore romano

    Quando si parla di Alberto Sordi si parla dell’Italia. Senza stare a ripetere quello che ormai ciascuno di noi sa, e che per effetto delle sue straordinarie capacità recitativa lo hanno ‘sdoganato’ oltre il mondando della Settima Arte, a parlare di ‘Albertone’ – che proprio oggi avrebbe compiuto un secolo di vita – per paradosso si rischia addirittura la retorica.

    Allora, in una giornata così significativa, è giusto che a parlare, renderne testimonianza,  siano tre differenti personalità le quali, per ‘istituzione’, affetto e riconoscenza, hanno voluto ricordarlo anche attraverso la mediazione dei propri sentimenti.

    Mattarella: “Un ambasciatore della commedia italiana”

    In primis come è giusto che sia, è stato il Presidente ad omaggiare l’indimenticato artista, affermando che ”Oggi Alberto Sordi avrebbe compiuto cento anni. Il suo talento, la sua comicità originale, i personaggi che ha mirabilmente interpretato nella lunga carriera sono parte dell’immaginario degli italiani e suscitano tuttora interesse e simpatia. E’ stato un simbolo del cinema italiano. Ha lasciato l’impronta su pagine significative della sua storia, dando vita a scene che sono rimaste leggendarie”.  E pensare che, ha continuato il Capo dello Stato, ”i suoi esordi nel mondo dello spettacolo non gli risparmiarono sacrifici e difficoltà. Ma con tenacia e passione è riuscito a conquistare la popolarità e le sue maschere sono divenute rappresentative di un costume che cambiava. La vena artistica di Sordi ha trovato espressione, oltre che nel cinema, nella radio, nel teatro, nella televisione. E’ stato regista e autore, oltre che attore e doppiatore straordinario. Con i suoi film più celebri ha conquistato il pubblico internazionale, diventando così un ambasciatore della commedia italiana”.

    Mattarella: “Oggi lo apprezziamo ancora di più”

    Quindi ha poi concluso il Presidente nel suo sentito intervento, “Il cinema lo annovera tra i suoi grandi. Ne apprezziamo ancor più il valore in un momento come quello che stiamo vivendo, segnato da problemi inediti, ma anche dal diffuso desiderio di una ripartenza. Le grandi figure del cinema possono essere d’esempio e di stimolo per chi oggi raccoglie il testimone di questa sfida, che fa vivere i sogni, che racconta la società, che interpreta i sentimenti e che è parte viva della cultura di un Paese“.

    Verdone: ’’Essere più grandi di Lui non è possibile”

    In Campidoglio è presente anche Carlo Verdone, idealmente il ‘figlioccio’ del grande attore romano: ’’Essere più grandi di Sordi non è possibile, c’è lui e basta. Noi siamo solo degli spettatori incantati dalla sua arte. Ho conosciuto Sordi quando avevo 20 anni, dopo i film sperimentali ho cominciato a fare delle introspettive sui grandi registi italiani, i grandi registi americani, i grandi registi tedeschi e poi anche sui grandi attori italiani e stranieri. Quando arrivò la settimana dedicata ad Alberto Sordi devo dire che là ho capito quanto fosse importante la commedia italiana e quanto fosse importante quell’attore che stavo vedendo’’.

    Verdone: “I suoi film in un’Italia che funzionava”

    Come tiene a spiegare ancora l’altrettanto amato regista-attore capitolino, ’’Sordi è stato un personaggio gigantesco perché è stato un grande rivoluzionario. Ha completamente capovolto le regole dell’accademia di arte drammatica e ha imposto un suo modo futurista perché nei suoi primi film non mantiene mai le regole delle pause canoniche ma ha delle pause tutte sue, monta sulla frase dell’altro attore in maniera totalmente disinvolta e divertente’’. Ecco perché, secondo verdone, ”Era un personaggio, Sordi fa parte della galleria delle maschere della commedia dell’arte. La sua immagine è legata a un periodo meraviglioso che molti purtroppo non hanno vissuto, quello della fine degli anni ’50 e degli anni ’60. L’immagine di un’Italia che funzionava, un’Italia che iniziava a produrre, c’era un grande buon umore e una grande creatività. I film di commedia erano belli perché all’epoca c’era un orizzonte splendente’’.

    De Sica: “Zio Alberto ha rivoluzionato la comicità”

    Accanto a verdone, in Campidoglio anche Christian De Sica, ‘cresciuto’ accanto a Sordi, che era il più grande amico di suo papà Vittorio: ’’Per me Alberto era uno zio, non l’ho mai considerato un attore perché veniva a cena due volte a settimana a casa nostra. Anche mio cognato Carlo (Verdone, ndr) non lo considero un attore ma uno di famiglia. Alberto ha rivoluzionato la comicità del nostro paese. Una volta i comici si mettevano i nasi finti, i pomelli, i baffetti, invece lui non era neanche un comico di battuta ma ti guardava così e diceva: ‘Ma chi sei? Ma che voi?’ E la gente rideva’’.

    De Sica: “mi sono molto ispirato ad Alberto Sordi”

    Poi Christian, ribadendo che “è stato un grande”, non ha difficoltà ad ammettere che, ’’mi sono molto ispirato ad Alberto Sordi, ho avuto la fortuna di farci due film insieme, e prima di morire mi ha regalato un paio di gemelli che conservo e mi ha detto: ‘Ogni volta che vedi ‘na fotografia mia ce devi mette un moccoletto sotto e dire: ‘Grazie Gesù’. Ed io lo ringrazio ancora oggi”.

    Dal 16 settembre il via alla mostra nella sua Villa

    Nell’ambito della cerimonia dedicata all’attore, il curatore del Centenario,  Alessandro Nicosia, ha annunciato che il prossimo 16 settembre aprirà la mostra nella Villa privata (nella foto), davanti alle Terme di Caracalla ed al Parco di San Sebastiano.

    La cosa impressionante è che, ad oggi, ci sono già 18mila prenotazioni. E Nicosia ha allora anticipato che la Mostra sarà poi collocata anche in una seconda sede: presso il teatro Dioscuri, dove rimarrà fino alla fine del gennaio 2021.

    Max