Alitalia, entra nel vivo la partita per il destino della compagnia

    Si avvicina vertiginosamente la resa dei conti per il destino di Alitalia: scatta infatti il 31 ottobre prossimo la cosiddetta “deadline”, ossia il momento in cui dovrebbe scadere la procedura di vendita della compagnia aerea italiana. Le Fs spa sono scese in pista venerdì scorso con una manifestazione di interesse non vincolante, facendo entrare nel vivo la partita. Dovranno essere esaminate, infatti, tutte le carte e tutti i dati per poter presentare un’offerta vincolante. Alcune fonti hanno riferito che si è tenuto ieri un incontro tecnico tra l’amministratore delegato di Alitalia, Gianfranco Battisti, e la terna commissariale composta da Luigi Gubitosi, Stefano Paleari ed Enrico Laghi. Massimo riserbo sia sul luogo dove si è svolto sia sui contenuti e i possibili sviluppi. I tre commissari si sono intrattenuti, tuttavia, a lungo, mercoledì mattina, presso la sede dello studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners. Quello che è certo è che in queste ore e in questi giorni le Fs, che sarebbero affiancate dall’advisor Mediobanca, dovranno scandagliare tutti gli elementi a disposizione, finanziari e industriali, per poter arrivare alla formulazione di un’offerta vincolante entro i tempi fissati dalla procedura.

    Una fase delicata e stringente, dunque, per la holding di Villa Patrizi che, comunque, per muovere i suoi passi, come da prassi, deve avere l’indirizzo strategico da parte dell’azionista Mef. E, prima ancora, a monte, ci dovrà essere un definitivo chiarimento politico su quello che dovrà essere il futuro assetto della Newco con la definizione delle modalità dell’intervento dello Stato nella newco e di quello di altri attori, come Fs ma anche Cassa Depositi e Prestiti, che come ha spiegato. La definizione della compagine pubblica, cuore dell’operazione, dovrebbe essere il primo pilastro da porre, cui dovrebbe seguire l’ingresso di un partner industriale internazionale.

    Più volte, nei giorni scorsi, il numero uno di Fs Battisti ha spiegato che il gruppo è interessato a operazioni di sistema finalizzate a intercettare l’aumento dei flussi turistici, e cioè di natura industriale, e di non essere “focalizzato” su operazioni finanziarie. L’ad ha parlato, ad esempio, di possibili risparmi grazie all’eliminazione di sovrapposizioni come nel caso di voli brevi su tratte coperte dai treni ad alta velocità. Una decisione, comunque, dovrà poggiare sul nuovo piano industriale di Alitalia. E un ingresso in Alitalia rappresenterà, a sua volta, un tassello fondamentale del nuovo business plan al quale sta lavorando Battisti.

    Non ha dubbi il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, che una soluzione positiva arrivi entro fine mese. “Chiuderemo entro la fine di ottobre e penso che la chiuderemo bene”, ribadisce oggi. “Le migliaia di dipendenti devono stare tranquilli e fiduciosi che sarà un vettore nazionale che rilancerà il turismo”, assicura.

    Ma l’allerta dei sindacati, che venerdì andranno al ministero del Lavoro per prorogare la cigs al 23 marzo prossimo, non s’abbassa, soprattutto alla luce di dichiarazioni delle compagnie aeree, come EasyJet, che si dicono interessata a un’Alitalia ristrutturata. “Alitalia non ha bisogno di ridimensionamento, né del perimetro di attività e neppure dell’organico”, dichiara il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi. “Chiunque voglia fare offerte per ridimensionarla – avverte – se ne faccia una ragione: perché non saremo d’accordo a ridurre le nostre aspettative e per questo siamo pronti a dare battaglia”. Piuttosto, dice, “serve la partecipazione dello Stato e il coinvolgimento dei lavoratori nel controllo della sua gestione e serve un partner industriale-finanziario internazionale, cha abbia come obiettivo lo sviluppo di Alitalia”