ALL’UDIENZA – ’I GARD SI ARRENDONO: E’ TROPPO TARDI’. MINACCIATI I MEDICI LONDINESI

    Purtroppo la triste vicenda del piccolo Charlie Gard va complicandosi di ora in ora. Oggi, prima che venisse riaperta per poi essere aggiornata al pomeriggio, l’udienza si è infatti aperta con la richiesta del legale dei Gard, avv. Grant Armstrong, il quale ha affermato che, “Per Charlie è passato troppo tempo, e il trattamento sperimentale proposto da un team internazionale non può ora offrire possibilità di successo. Per questo i genitori ritirano la richiesta di modificare la sentenza originale della Corte” (che autorizzava l’ospedale a staccare le macchine che tengono in vita il bimbo). A rendere drammatica la vicenda, ha riportato un reporter della Bbc, riassumendo l’intervento del legale della famiglia Gard, “gli esami effettuati la scorsa settimana rispetto alle condizioni del bimbo di 11 mesi, avrebbero hanno le peggiori paure dei genitori: per Charlie è troppo tardi, il danno è stato fatto. Non è più nel migliore interesse del piccolo perseguire questo corso di trattamento”. Dal canto suo, dopo l’ultima risonanza magnetica fatta a Charlie (che confermerebbe “una lettura molto triste”), l’equipe medica del Great Ormond Street Hospital di Londra è sempre più determinata a perseguire la scelta fatta già diverse settimana fa. Un scelta drastica ma medica e non frutto di ’convinzioni’ approssimative. Ma proprio per l’enormità che tale situazione comporta, col passare del tempo i medici del prestigioso ospedale hanno addirittura finito per divenire oggetto di pesanti attacchi da parte dell’opinione pubblica: “Gli operatori hanno ricevuto offese in strada e via web – hanno denunciato dalla struttura sanitaria attraverso una nota – Migliaia di messaggi sono stati inviati a medici e infermiere il cui lavoro di una vita è prendersi cura dei bambini malati. Molti di questi messaggi erano minacciosi, ci sono state minacce di morte. Abbiamo ricevuto lamentele per comportamenti inaccettabili persino all’interno dell’ospedale – prosegue la nota – per quanto il caso di Charlie susciti forti emozioni, “non possono esserci scuse per il disturbo alla pace e alla privacy di famiglie e pazienti”. In merito a tali accadimenti sarebbero state presentate diverse denuncie.
    M.