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Anche il nuoto e la pallanuoto si fermano, sospesi i campionati

Dopo rugby, pallavolo e basket cala il sipario anche sulla pallanuoto e su tutte le competizioni acquatiche.

I campionati dalla serie A1 alla B, sia maschile che femminile, così come tutti gli eventi e le competizioni nazionali di nuoto e nuoto sincronizzato, saranno sospesi fino al 31 maggio “in attesa di ulteriori approfondimenti e prossime valutazioni da parte dell’autorità circa la riapertura della fase 2”.

Proprio per supportare le autorità governative e aiutare il movimento sportivo in questo periodo di transizione, la Federnuoto nominerà una commissione composta da specialisti in materia sanitaria e da referenti federali.

Qualunque sia la soluzione adottata, il Covid-19 ha ormai sferrato un colpo durissimo agli sport dilettantistici, già piuttosto agonizzanti prima della crisi. Adesso gli esperti dovranno capire come programmare al meglio la prossima stagione, con molte società sull’orlo del baratro e con i campionati da riformulare.

Per la pallanuoto si era anche paventata l’ipotesi di chiudere i campionati in estate, ipotesi suggestiva per gli addetti ai lavori, qualora fosse rientrata l’emergenza sanitaria. I capitani e gli allenatori di molte squadre (non tutte) di serie A1 e A2 maschile e femminile avevano inviato nei giorni scorsi una lettera alla Federazione in cui si dichiaravano favorevoli a una scelta del genere o comunque a sedersi intorno a un tavolo per partecipare a una decisione comune. Per molti (quasi tutti) lo stop del campionato sarebbe significato un’interruzione anche dei rapporti economici contrattuali.

La Federazione, non potendo però garantire le misure necessarie per la tutela della salute, ha seguito l’esempio di altri sport e rimandato tutto a settembre (anche se non ufficialmente dato che la sospensione è fino al 31 maggio).

Chissà se le oltre 1500 società e associazioni sportive saranno in grado di alzare la testa per ricominciare. In questo senso da parte del governo qualcosa si è mosso sia a favore dei gestori degli impianti sia a favore dei collaboratori sportivi, ma, vivendo una situazione già precaria, difficile che possa rappresentare qualcosa di più di un cerotto su una ferita profonda.

“Adda passà ‘a nuttata”, si potrebbe udire nei tanti circoli storici di pallanuoto partenopei.

Mario Bonito