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App Immuni, che fine ha fatto: quando esce, Fase 2 Coronavirus, tracciabilità contagi

In questi ultimi giorni si è parlato tantissimo di Fase 2 da coronavirus e di conseguenza anche di possibili vaccini e anche del Decreto Rilancio tramite cui il governo prova a sollevare l’economia nazionale dalla crisi per il Covid-19.
Ma in precedenza, collegato a questi temi, vi era anche quello della famigerata App Immuni, ovvero l’applicazione da smartphone device vari che avrebbe dovuto essere scaricata dai cittadini italiani per poter fornire e ricevere dati di tracciabilità circa i contagi, aiutando così nella prevenzione.
Solo che, in questi giorni, di App Immuni non si sta parlando più: che fine ha fatto la App Immuni? Non dovremo più scaricarla, oppure sì? A che punto è la sperimentazione, lo sviluppo, e che cosa fa o dovrebbe fare?
Ecco cosa sappiamo al riguardo

Che fine ha fatto l’app Immuni: l’uscita dell’app anti contagio coronavirus

L’uscita di Immuni sembrava essere ormai prossima: annunciata come lo strumento quasi cruciale per prevenire i contagi nella Fase2 e poi come sparita dalle procedure di prevenzione dal coronavirus?

Il fatto è che le informazioni in merito sono ora poche e non aggiornate. Dunque, Immuni arriva o no?

Quando uscirà l’app Immuni: le ipotesi

Molti la davano in arrivo per fine maggio ma nella recente conferenza stampa di Conte non si è è parlato di nulla al riguardo. Dunque a che punto siamo?

Dopo esser stata annunciata per inizio maggio e poi “a cavallo della fine del mese”, l’app sta arrivando a rilento: molti gli iter burocratici e le analisi dei tecnici che stanno mettendo uno stop all’uscita dell’app.

A partire dalle omande su come funzionerà l’app per la prevenzione dei contagi e sulle funzioni di Immuni, senza parlare delle critiche all’app Immuni per la questione privacy.

Al momento, dichiarazioni alla mano, possiamo ipotizzare che sia disponibile tra fine Maggio e i primi giugno.

L’Istituto Superiore di Sanità è chiaro riguardo Immuni: l’applicazione dovrà essere avallata da una struttura sanitaria in grado di applicare test diagnostici all’interno della popolazione, con lo scopo di identificare positivi e negativi.

Il rischio, è avere dati ridotti, falsati, o non contemporanei. Insomma, la strada è ancora lunga: in attesa di capire quando e se usarla, è sempre doveroso proteggersi con le forme ormai note: mascherine, guanti, igienizzantidistanza sociale.