ARAN, PRESSING DEI SINDACATI SU BONUS ED AUMENTI PER GLI IMPIEGATI STATALI

Dopo l’avvenuta approvazione della legge di Bilancio in Parlamento, i sindacati stanno spingendo affinché, entro dicembre, si riescano a chiudere almeno due contratti per i dipendenti delle Funzioni centrali e della Sanità. Entro la metà di questo mese infatti, all’Aran si tratterà sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Mentre prosegue il dibattito sulla Sanità (ripartita la scorsa settimana), dall’8 si torna intanto a discutere sulle Funzioni centrali mentre, il giorno dopo, sarà la volta di Istruzione e Ricerca, dove incidono più di un milione di dipendenti della Scuola. Infine, il 14 novembre, si avvia la trattativa sugli Enti locali. In merito a tali ’concertazioni’, Franco Martini, segretario confederale Cgil, afferma all’agenzia di stampa AdnKronos che “La conferma delle risorse a disposizione e anche l’atto di indirizzo per la Scuola ci ha consentito di stabilire l’Agenda degli incontri all’Aran, ma sono tavoli a velocità differenziate”. Una trattativa che ’riparte’ dopo lo stop di metà settembre, in attesa che venissero stanziate le risorse nella legge di bilancio (1,65 miliardi di euro). Come tiene a precisare Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil, “Le risorse finalmente ci sono ma per garantire il bonus occorrerebbe aumentare un po’ il tetto dei redditi di circa 200-300 euro. E dunque portando la fascia, già aumentata di 600 euro, dai 24.600-26.600 attuali a 24.800-26.800”. Quindi la Uil, spiega ancora il sindacalista all’AdnKronos, chiede che si proceda a una trattativa no stop per accelerare: “Dobbiamo ripartire per chiudere la partita entro dicembre. “L’aspetto più importante per noi – aggiunge Foccillo – riguarda il capitolo relazioni sindacali che devono cambiare privilegiando la fonte contrattuale quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro. Vanno definite le nuove regole, in sede di trattativa, per quanto attiene il rapporto di lavoro tra datore e dipendenti e quindi, tanto per fare un esempio, le parti sociali devono definire contrattualmente l’orario di lavoro dei dipendenti di quella determinata amministrazione, ministero o scuola che sia, non quando deve essere aperto un determinato ufficio, una decisione che spetta invece alla singola amministrazione”. Come spiega ancora Martini poi, in seguito all’accordo siglato circa un anno fa (era il 30 novembre del 2016) tra il minsitro Madia e Cgil, Cisl e Uil, “l’asse tra legge e contrattazione viene spostato restituendo alla contrattazione una funzione maggiore rispetto a quanto aveva determinato la legge Brunetta”. Dunque, secondo il responsabile della Cgil, “Si tratta di un requisito fondamentale per rendere protagonista della riforma Pa il lavoratore e fare in modo che la contrattazione diventi la leva per dare risposte all’altezza dei bisogni dei cittadini, e non solo come difesa corporativa della categoria”.
M.