Assegno unico figli 2021, Inps: domanda da 1 luglio, come richiederlo

Assegno unico figli 2021 al via dall’1 luglio. Si potrà presentare la domanda all’Inps fino al 30 settembre per l’agevolazione. L’assegno unico familiare consiste in un assegno mensile a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Inoltre, l’assegno ha un valore massimo di 250 euro, in base all’Isee, ed è composto da un valore fisso e uno variabile al variare del reddito complessivo della famiglia.  

A ribadire come richiederlo è stato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in occasione di un’audizione al Senato sull’assegno temporaneo per i figli minori, sottolineando che le domande presentate entro il 30 settembre “danno diritto al riconoscimento degli arretrati a partire dal 1 luglio. Quindi non c’è bisogno di presentare tutti la domanda” lo stesso giorno. “Basterà il Codice fiscale e l’Iban per presentare la domanda e scaricare la ricevuta”, ha affermato.  

Tridico ha poi spiegato che “il nuovo assegno è compatibile con il Reddito di Cittadinanza”. ”Sulla carta del Reddito di Cittadinanza confluirà anche una parte dell’assegno unico, sarà riconosciuto d’ufficio e caricato automaticamente”. ”E’ una misura importante su cui stiamo lavorando molto, anche in queste ore. Assegno unico non è forma di contrasto alla povertà, ma di far fronte al calo demografico”, spiega ancora. 

Come richiederlo? Come presentare domanda?

 

Una volta a regime, l’assegno unico familiare consisterà in un assegno mensile per tutte le famiglie che hanno a carico figli fino a 21 anni. Inoltre, l’assegno ha un valore massimo di 250 euro, in base all’Isee, ed è composto da un valore fisso e uno variabile al variare del reddito complessivo della famiglia. 

L’agevolazione è relativa al periodo valido dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022. La procedura, ha spiegato recentemente l’Inps, è stata avviata con un messaggio dell’Istituto che include le consuete tabelle di calcolo e rivalutazione annuale dei redditi per il nucleo familiare rispetto alle diverse tipologie di nuclei e maggiorazioni per i nuclei con figli. 

Il decreto dello scorso 8 giugno ha stabilito, per ogni per il nucleo familiare nel periodo tra l’1 luglio e il 31 dicembre 2021, un incremento di euro 37,5 per ciascun figlio nei nuclei familiari fino a due figli, e di euro 55 per ciascun figlio nei nuclei familiari di almeno tre figli. Successivamente all’inoltro della domanda e delle verifiche dell’Inps, verranno calcolati gli assegni e le eventuali maggiorazioni.  

Il beneficio verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. Possono fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. Dai 18 anni di età, inoltre, una somma ridotta rispetto all’assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se: è iscritto all’università; è un tirocinante; è iscritto a un corso professionale; svolge il servizio civile; svolge un lavoro a basso reddito. 

Il beneficio verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. Possono fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. 

Dai 18 anni di età, inoltre, una somma ridotta rispetto all’assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se: 

– è iscritto all’università; 

– è un tirocinante; 

– è iscritto a un corso professionale; 

– svolge il servizio civile; 

– svolge un lavoro a basso reddito. 

Secondo una simulazione effettuata dal Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia l’assegno rischia in alcuni casi un ‘taglio’ dell’importo rispetto ai 250 euro. L’assegno -come credito di imposta o accredito mensile- ingloberà le agevolazioni attualmente esistenti e sarà legato all’Isee. Secondo lo scenario prospettato l’80% delle famiglie italiane prenderebbe 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio under 21. Il calcolo è legato alla considerazione secondo cui 8 famiglie su 10 hanno un’Isee sotto i 30 mila euro. L’importo dell’assegno diminuisce se si alza l’Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni. Il quadro favorirebbe autonomi e incapienti, categorie oggi escluse dagli assegni famigliari. Risulterebbero sfavoriti i lavoratori dipendenti: 1,35 milioni di famiglie perderebbero in media 381 euro all’anno. Per tamponare questa disparità, si sottolinea, occorrono 800 milioni in più all’anno.