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AstraZeneca: per Garattini scelgano i cittadini la seconda dose,  ma insorgono i medici: “Decidiamo noi”

I vaccini non sono giocattoli, come i farmaci hanno effetti collaterali come abbiamo imparato e prevedono una prescrizione medica, quindi una responsabilità per la decisione assunta di cui il medico risponde in sede civile e pensale. Il cittadino può accettare o meno la decisione del medico, ma il ragionamento su quale vaccino deve prendere per il richiamo spetta al dottore“.

Dopo gli ormai ripetuti ‘battibecchi fra virologi su vaccini (che tanto hanno influito alla costruzione di paure spesso infondate), ora scatta invece la ‘diatriba’ sulle seconde dosi e, soprattutto, sulla ‘libera scelta’ dei cittadini.

Il presidente degli Ordini medici Vs Garattini: “Non debbono decidere i cittadini ma i medici”

Ed è abbastanza risentito il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici), Filippo Anelli il quale, rispetto al ‘come’ eventualmente sostituire la seconda dose di AstraZeneca negli ‘under 60’, contesta ufficialmente quanto dichiarato in merito dal noto farmacologo (e fondatore e presidente dell’Irccs Mario Negri), Silvio Garattini, secondo cui bisognerebbe “essere pragmatici e lasciare ai cittadini la scelta della dose, proprio per aumentare la copertura vaccinale”.

Anelli: “Il medico deve essere chiaro e spiegare in modo semplice, la proposta deve essere la sua”

Questa volta non sono d’accordo con Garattini, che stimo come farmacologo, ma così aggiungiamo confusione a confusione”, rimarca il presidente degli Ordini medici. “Sono fermamente convinto, e su questo appoggio la riflessione di Garattini, che le decisioni in tema di salute debbano essere approvate dal cittadino. Il medico deve essere chiaro e spiegare in modo semplice. Ma la proposta, ripeto, deve arrivare dal medico. La cosa che ci ha insegnato l’esperienza pandemica – tiene a sottolineare Anelli – è che i vaccini possono avere dei rari effetti avversi, i medici sanno come gestire questa cosa e lo fanno in Italia ogni minuto assumendosi tutte le responsabilità. Affidare ai cittadini la scelta o stravolgere competenze che per legge non spettano ad altri professionisti sarebbe un errore. Sarei molto preoccupato, ad esempio, per quello che potrebbe accadere con le vaccinazioni in farmacia, se dovessimo abdicare a questo principio”.

Anelli: “Credo entro fine mese si possa ragionare sullo stop all’obbligo della mascherina”

Infine, rispetto alle mascherine, Anelli ha ragione di poter affermare che “credo entro fine mese si possa ragionare sullo stop all’obbligo della mascherina all’aperto. Sono ottimista, soprattutto in quelle Regioni in zona bianca dove i casi sono davvero pochi”. Del resto, aggiunge, “C’è un miglioramento epidemiologico evidente – sottolinea – e siamo in una fase in cui abbiamo un abbattimento della mortalità dei nuovi casi”.

Max

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Max Tamanti