Atene, trattative sul debito – di Manuel Casale

    Atene, trattative sul debito.Ore 14:00. Secondo giorno di incontri ufficiali ad Atene, tra il neo premier Alexis Tsipras e le controparti europee. Dopo aver ’scaldato i motori’ con un incontro molto formale con il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, oggi si trattano davvero nuove condizioni per la Grecia e il suo debito verso la Troika, che ha finanziato l’economia ellenica pretendendo in cambio un piano di tagli lacrime e sangue che ha esasperato la popolazione e spinto la sinistra di Syriza a un’affermazione storica. Ad Atene, a metà giornata, arriva il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, per capire quali siano le linee maestre del programma economico del nuovo governo. Dopo il saluto a Tsipras, vedrà il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, e il vice-premier, Yanis Dragasakis. Qui, secondo le indiscrezioni che rimbalzano dalla stampa greca, si vedrà sottoposta la richiesta di una moratoria di 5 anni nel pagamento del debito, dell’eliminazione dell’obbligo di avanzo primario e della convocazione di una conferenza internazionale sul debito. In attesa di queste novità, i mercati europei partono in rialzo al traino della buona performance di Wall Street, ma presto perdono slancio. I dati macro potrebbero mostrare ancora la contrapposizione tra la forza dell’economia Usa e la contraria debolezza della Ue, ben rappresentata dal crollo dell’inflazione: -0,6% i prezzi nell’Eurozona a gennaio. Da Washington si attende invece la prima lettura del Pil Usa del quarto trimestre: secondo gli economisti, dopo il sorprendente +5% del periodo precedente, potrebbe emergere un balzo del 3,2%. Milano, dopo un’apertura positiva, oscilla intorno alla parità (+0,1%), appesantita anche dalle nuove difficoltà del titolo Mps. Deboli anche le altre Borse Ue: Francoforte cede lo 0,1%, Parigi lima lo 0,3%, Londra retrocede dello 0,4%. Lo spread Btp-Bund è stabile. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi si attesta a 123 punti base, sui livelli registrati ieri in chiusura. Il rendimento del Btp decennale è all’1,57%. La Banca centrale della Russia ha tagliato a sorpresa il tasso di interesse principale di riferimento dal 17% al 15%, provocando un deprezzamento del rublo si è deprezzato a 70 per dollaro. L’euro torna a rafforzarsi leggermente in rapporto al biglietto verde a 1,135. Poco mosso anche il petrolio, che si stabilizza in area 44,5 dollari in Asia vicino ai minimi degli ultimi sei anni per il barile Wti. Il Brent quota 48,81 dollari. Sul fronte macroeconomico, l’Italia registra il netto calo del sul tasso di disoccupazione di dicembre, cui farà seguito il dato dell’intera Eurozona. Stando ai dati di Destatis, l’Istat tedesco, a dicembre le vendite al dettaglio in Germania sono cresciute del 4% su base annua rispetto al 2013, anche grazie a un giorno in più di apertura dei negozi. In Spagna, il Pil del quarto trimestre ha segnato un progresso dello 0,7% congiunturale e del 2% annuo. Sempre l’economia iberica però registra il settimo calo consecutivo dei prezzi al consumo: -1,5% annuo a gennaio. Chiusura in progresso, in mattinata, per la Borsa di Tokyo con l’indice Nikkei che ha guadagnato lo 0,39% a 17.674,39 punti, pur sui minimi di giornata. Il cross dollaro/yen è a 117,85. La disponibilità di posti di lavoro in Giappone è salita a dicembre ai massimi dei ultimi 22 anni, con la disoccupazione scesa dello 0,1% su base mensile, al 3,4%, e ai minimi da agosto del 1997. Sopra le attese l’inflazione, che ha mostrato su base annua un progresso del 2,4% a dicembre, leggermente sopra le aspettative di un +2,3%. Ma escludendo l’aumento dell’Iva scattato ad aprile, il dato di +0,5% è ben sotto il target della Banca centrale (+2%). Ha leggermente deluso le stime, invece, la produzione industriale, che sempre a dicembre ha segnato un +1% mensile, in miglioramento dal -0,5% di novembre ma sotto le aspettative di +1,2%. Sempre in Asia, chiusura ancora in ribasso, questa mattina, per le piazze finanziarie cinesi: Shanghai ha perso l’1,59%, Shenzhen lo 0,87%. Ieri sera Wall Street è stata protagonista di un rally che ha permesso ai principali indici di chiudere vicino ai massimi di seduta, dopo due giorni consecutivi in calo e un avvio che sembrava prospettare una giornata debole. Anche il comparto energetico, scosso durante gli scambi dalla rottura al ribasso di quota 44 dollari al barile da parte del petrolio, ha poi chiuso in rialzo. Alla fine il Dow Jones ha guadagnato l’1,31%, l’S&P 500 ha aggiunto lo 0,95%, il Nasdaq è avanzato dello 0,98%. Oro in rialzo dello 0,4% in Asia a 1.260,47 dollari l’oncia.