Home ATTUALITÀ Avigan: cos’è il farmaco che in Giappone combatte il coronavirus

Avigan: cos’è il farmaco che in Giappone combatte il coronavirus

La nuova speranza per sconfiggere il coronavirus viene dal Giappone, e si chiama Avigan. Questa è una parola che, negli ultimi giorni, ha fatto letteralmente impazzire i motori di ricerca dopo un video diventato virale postato da un farmacista italiano in Giappone.

Dopo tanto interesse e le molte polemiche scaturite, cerchiamo di capire per bene di che cosa si tratta quando si parla di Avigan, e quali reali prospettive pu avere il farmaco.

Avigan: cos’è, quanto costa, come avere il farmaco Favipiravir che funziona contro il coronavirus in Giappone

L’Avigan è stato scoperto in Italia dopo il video postato da un farmacista romano, Cristiano Aresu. Nel filmato, Aresu passeggiava nel quartiere di Ikebukuro a Tokio, in mezzo a tanta gente sostanzialmente tranquilla. La ragione, secondo l’autore del video, è che in Giappone viene trattato il coronavirus con il farmaco Avigan, capace di sconfiggere la malattia nel 90% dei casi.

Dopo il grido alla bufala e le perplessità dell’AIFA, di recente il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato che avvierà per primo la sperimentazione del farmaco.

Avigan: che cos’è e da quanto tempo si usa

L’Avigan è il nome commerciale del farmaco Favipiravir, presente in Giappone dal 2014 e sviluppato da una divisione della Fujifilm. A quanto pare nel Paese del Sol Levante ha aiutato ha contenere i danni del coronavirus, e il farmaco è anche approvato dalla Cina: “Il farmaco è chiaramente efficace nel trattamento”, parola di Zhang Xinmin, direttore del Centro nazionale cinese per lo sviluppo della biotecnologia.

Per il momento, invece, in Italia l’AIFA ha mostrato cautela. “Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli USA” ha precisato in una nota. “Ad oggi, non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da COVID-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre proof, di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con COVID 19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol”.