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Avvocati in piazza per celebrare ‘i funerali della Giustizia’: “Tempi bilici, rinviate l’85% delle cause”

C’è bisogno che attorno alla giustizia si crei un piano straordinario di risorse e di attenzione. La giustizia è funzione primaria dello Stato invece è il fanalino di coda delle amministrazioni pubbliche. I tribunali italiani sono in gran parte in condizioni di inagibilità, avevamo chiesto risorse già prima dell’emergenza perché sono i luoghi in cui lo Stato fa vedere la sua capacità di mantenere la legalità. La pandemia ha fatto capire quanto questo problema sia importante”.

Così, esibendo striscioni di protesta con su scritto  Si è spenta la giustizia“, o “Non ti posso difendere”, stamane a Roma, in Piazza Cavour (sotto la Cassazione), sono andati in scena i ‘funerali della Giustizia’, promossi dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma contro “l’inerzia del governo”.

Galletti: “Per i processi occorrono tempi biblici”

A rappresentanza dei circa 300 avvocati accorsi a far sentire le loro ragioni, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Antonino Galletti il quale, ha denunciato che “La giustizia si è spenta e la colpa è del governo per la sua mancanza di attenzione verso questo settore che resta una cenerentola tra le amministrazioni in ripartenza. La giustizia vede troppo tempo per la celebrazione dei processi – ha giustamente rimarcato il presidente degli Avvocati – le udienze vengono rinviate di mesi, se non di anni, e le risorse non sono adeguate: nel solo Tribunale di Roma, su 1200 unità di personale ne mancano 400. Non si può pensare al lavoro agile in queste condizioni, bisogna mettere mano al portafoglio e acquisire risorse per soddisfare le esigenze di giustizia dei cittadini perché i diritti e le libertà non vanno in quarantena

Galletti: “Ripartire? Le udienze sono state rinviate”

Oltretutto, ha proseguito Galletti, “La ripartenza delle udienze dell’1 luglio rischia di rivelarsi una “falsa partenza. L’1 luglio tutti aspettano la ripartenza, ma parte delle udienze è già stata rinviata. Noi siamo disponibili a ripartire, ma chiediamo di poter essere messi in condizione di poterlo fare. Siamo disponibili al confronto con il governo, anche eventualmente a lavorare nel periodo estivo, ma purtroppo con il rinvio delle udienze anche questo rischia di essere inutile. Di fatto già c’è una paralisi della giustizia italiana, basta chiedere a chiunque aveva un’udienza da marzo fino a oggi a quando è stata rinviata. Non sono dati che ci inventiamo, ma i nostri studi legali sono presidi di legalità sul territorio, sono i luoghi dove i cittadini sfogano il loro malcontento contro un sistema che non funziona”.

Malinconico: “l’85% delle cause viene rinviato”

Dal canto suo, il coordinatore dell’Organismo congressuale forense,  Giovanni Malinconico, fa notare come “Attualmente viene rinviato circa l’85 per cento delle cause, ne vengono trattate il 10-15 per cento al massimo. Vuol dire che tutti i diritti lesi restano bloccati. C’è il rischio che alla ripresa tutte le udienze fissate per luglio con modalità alternative vengano rinviate: è un problema serio che va assolutamente risolto altrimenti la ripresa di luglio produrrà ulteriori aggravamenti e rinvii”. Ma attenzione, prosegue l’esperto “Il problema serio non è solo per questo mese: si utilizzi il periodo estivo, quando cioè il virus ha allentato i suoi effetti, per mettere davvero in sicurezza o tribunali. Se perdiamo questa occasione, il rischio è che a settembre la giustizia sia definitivamente morta e per noi avvocati è totalmente inaccettabile“.

Max