BCE – TASSI INVARIATI E AD OTTOBRE SI DECIDERÀ SUL FUTURO DEL QE. DRAGHI: ‘NESSUNO PUÒ VARARE UNA PROPRIA MONETA’

Incontrando la stampa al termine della riunione del Consiglio che, confermando l’attuale livello e modalità di acquisto di titoli fino alla fine del 2017, ha lasciato invariati i tassi di interesse, il presidente della bce ha inoltre tenuto a sottolineare che per quanto riguarda il Quantitative Easing si “deciderà in autunno come calibrare”, probabilmente ad ottobre. Intanto ecco le nuove stime diffuse dalla Bce: per quest’anno si stima un incremento del pil del 2,2%, per il 2018 +1,8% e +1,7 per il 2019. Draghi ha quindi affermato che nell’ambito della riunione, rispetto a quanto farà la Bce col nuovo anno, è stata fatta “una discussione molto preliminare. Il grosso delle decisioni sarà preso in ottobre. Non sono stati discussi cambi ai limiti di emissione nel Quantitative Easing, ma ci sono state discussioni preliminari sugli scenari e sui sistemi di trasmissione delle eventuali scelte”. Ad ogni modo, scrutando l’orizzonte il presidente della Bce si dice “fiducioso sul fatto che quando verrà tempo il decisioni sfrutteremo tutta la flessibilità degli strumenti a disposizione della Bce”. Poi, in relazione alle decisioni, sia quelle attuali che future, Draghi ha tenuto a precisare che andranno ovviamente ad inserirsi in un contesto in cui la ripresa economica “è solida e distribuita ma in cui l’inflazione è ancora troppo bassa. Per questo è ancora necessaria una politica monetaria accomodante” e il livello dei tassi rimarrà a lungo su questi livelli anche oltre la fine del Qe”. Poi, rispetto alla crescita, “l’economia dell’Eurozona ha registrato una accelerazione superiore al previsto nel primo semestre, è solida e diffusa fra paesi e settori. Ma la recente volatilità dei cambi è fonte di incertezza che richiede controllo”. Rispetto invece alla questione inflazione, “Nel consiglio direttivo c’è una diffusa insoddisfazione sull’andamento dell’inflazione e questo sostiene la necessità di un sostanziale livello di accomodamento monetario”. Draghiha quindi tenuto a ribadire come, sull’inflazione, “bisogna essere pazienti, anche alla luce dei numeri. Per l’inflazione nell’Eurozona si prevede un calo temporaneo” nei mesi a venire, tale da spingere l’equipe macroeconomica della Bce, “a rivedere leggermente al ribasso le proprie stime”. Nuove stime che, precisa ancora il presidente, “sono legate anche al recente apprezzamento dell’euro” e sono di una inflazione nel 2017 all’1,5%, per il 2018 all’1,2% e per il 2019 all’1,5%. Infine, interrogato a proposito dell’iniziativa annunciata del governo estone, di varare una propria valuta ’digitale’, ribattezzata ’Estcoin’ (sul modello del Bitcoin), Draghi è abbastanza chiaro e duro: “Nessun paese può introdurre una propria moneta: la moneta dell’eurozona è l’euro”.
M.