Biodiversità in crisi, si estinguono fino a 200 specie al giorno

In tutto il mondo, un milione di specie tra piante, insetti, uccelli e mammiferi sono attualmente minacciate di estinzione. E ogni giorno si estinguono fino a 200 specie. Malgrado gli impegni presi dai Paesi di tutto il mondo, la biodiversità continua ad essere in pericolo e sta diminuendo a un livello senza precedenti. Tutto questo ha un costo: circa i due terzi dei servizi offerti gratuitamente dagli ecosistemi mondiali (dalla regolazione climatica alla fornitura di acqua dolce, dalle risorse ittiche alla fertilità dei suoli) si stanno impoverendo a causa di fattori antropici, una perdita che in termini economici potrebbe rappresentare il 7% del Pil mondiale. È quanto emerge dal nuovo report “Biodiversità a rischio 2021” che Legambiente lancia in occasione della giornata mondiale della biodiversità del 22 maggio. 

L’Italia non fa eccezione. A destare particolare preoccupazione sono la flora appenninica, gli uccelli nidificanti e il nostro mare, in particolare l’Adriatico.  

Le “magnifiche sette” e i 10 uccelli che faticano a sopravvivere
 

Tra i nostri fiori appenninici a rischio: la Scarpetta di Venere, l’Adonide ricurva, l’Iris Marsica, l’Aquilegia della Majella, solo per citarne alcuni. Flora a parte, tra le specie italiane in pericolo ci sono anche gli uccelli nidificanti, minacciati principalmente dal cambiamento dei sistemi naturali, ma anche da inquinamento, agricoltura, acquacoltura e cambiamenti climatici, specialmente nelle zone umide e nelle regioni montane. Dieci le specie di uccelli in pericolo critico: il Voltolino, lo Schiribilla, il Cormorano atlantico, il Mignattino comune, il Falco Pescatore, il Gipeto, il Capovaccaio, la Forapaglie comune, la Bigia padovana e il Migliarino di palude. Nella recente Lista Rossa sugli uccelli nidificanti in Italia sono state valutate 278 specie.  

Adriatico sovrasfruttato, il 90% degli stock ittici vittima dei pesca eccessiva
 

Preoccupa la situazione del Mar Adriatico, in “grande sofferenza”, con il 90% degli stock ittici sovrasfruttati. Un’area intensamente sfruttata dalla pesca a strascico e dalle reti da posta, per via delle sue caratteristiche: fondi molli e privi di asperità. Senza contare la questione delle catture accidentali o accessorie (il cosiddetto bycatch) della pesca professionale, che interessa specie vulnerabili e talvolta a rischio d’estinzione e quindi protette da Convenzioni Internazionali, e che costituiscono un danno economico per i pescatori, i cui attrezzi di pesca possono essere danneggiati a causa di queste interazioni.  

In generale, il Mar Mediterraneo, considerato un hotspot della biodiversità marina del nostro Pianeta perché ospita tra il 4 e il 18% di tutte le specie marine viventi sul nostro Pianeta, molte delle quali endemiche, non gode di ottima salute. Attualmente è una delle aree maggiormente interessate dal marine litter nel mondo, con grave rischio per la biodiversità, in particolar modo per le specie in pericolo come tartarughe marine, squali filtratori e balenottere. Una buona percentuale (il 75%) di tutti gli stock ittici del Mediterraneo esaminati a livello europeo è sovrasfruttata. 

Buone notizie, il ritorno del castoro (e non solo)
 

Estinto in Italia già da cinque secoli, a causa della caccia intensissima alla quale è stato soggetto per troppo tempo, torna in Italia il castoro. Riapparso da un paio d’anni, ha fatto la sua comparsa nella foresta di Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un solo esemplare, arrivato dall’Austria, ma è un ritorno che rappresenta una buona notizia per la biodiversità così minacciata. E non è l’unica nota positiva: un’altra notizia straordinaria riguarda i nuovi avvistamenti della foca monaca sulle coste del Salento e del mare della Calabria. Poi c’è il caso dello sciacallo dorato, carnivoro poco più grande di una volpe, originario dei Balcani meridionali, arrivato nel 1984 in Italia: quest’anno c’è stata la prima riproduzione a Parma e lo sciacallo dorato, che si nutre di carcasse e piccoli animali, pare destinato a continuare la sua marcia silenziosa nel nostro Paese.  

Anche nei nostri mari, minacciati da pesca eccessiva, cambiamenti climatici e inquinamento, abbiamo assistito a delle bellissime storie di ritorni. Nel 2020 sono stati registrate oltre 200 nidificazioni sulle nostre spiagge della grande tartaruga marina Caretta caretta, specie minacciata di estinzione. Questo è in parte il risultato del ridotto disturbo registrato nel 2020, ma anche della maggiore attenzione da parte di tutti e dell’impegno di tante associazioni.