Bologna, smantellata maxi frode internazionale

    I Finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno effettuato, su tutto il territorio nazionale, un ordine di sequestro emesso dal G.I.P. della capitale felsineo, dott. Alberto Ziroldi, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Bologna, dott.ssa

    Manuela Cavallo, di beni mobili, immobili (tra cui una villa sulle colline bolognesi del valore di circa 2 milioni di euro), auto, quote societarie, polizze assicurative e conti correnti, per quasi 25 milioni di euro.

    Ai 16 indagati – tra cui 4 di Bologna – viene contestata, per vari motivi, “l’associazione criminale” finalizzata alla commissione di numerosi reati tra cui “l’emissione e l’uso di fatture per transazioni inesistenti”, “la dichiarazione fiscale omessa” “l’occultamento o la distruzione delle registrazioni contabili”, la “simulazione del crimine”, tutte con la circostanza aggravante della transnazionalità in relazione al fatto che i vari comportamenti criminali sarebbero stati commessi in diversi stati.

    L’esito delle indagini di polizia economico-finanziaria condotte dai militari della Compagnia di Imola, ha permesso di tornare ai vertici dell’associazione criminale che, dagli uffici di Bologna, avrebbe utilizzato “prestiti” conformi per strutturare e gestire catene aziendali – costituite da società italiane, società straniere (cioè con sede fittizia nel Regno Unito ma in realtà operanti presso la sede di Bologna) e società localizzate, attraverso l’interposizione di società fiduciarie estere, in paesi offshore (in particolare nella “tassa” paradisi “tra cui le Isole Vergini britanniche e Panama) al fine plurale di arrivare, da un lato, al completo camuffamento dell’assegnazione del reddito reale e degli effettivi membri / amministratori e, in secondo luogo, per impedire la ricostruzione del” tracce contabili “dei movimenti di denaro.

    Il sofisticato sistema di frode, implementato da anni dall’associazione criminale, ha portato alla scoperta di una serie di fatture false e / o “gonfiate” per oltre 75 milioni di euro, relative a servizi di sponsorizzazione a favore di due note compagnie di basket al livello nazionale, di cui uno è di Imola e l’altro, di sesso femminile, con sede a Parma.

    Quando la fattura è stata pagata (dallo sponsor alla società britannica), il rimborso di parte del corrispettivo è stato restituito allo sponsor, attraverso una serie preventiva di operazioni in valuta estera effettuate allo scopo di occultare l’origine illecita.

    Queste fatture false venivano emesse da società stabilite a Londra (dove c’era solo una mera consegna), ma di fatto organizzate, gestite e dirette a Bologna, che aveva acquistato, in modo derisorio e senza tariffa “esclusiva”, l’immagine dei diritti di sfruttamento e spazio pubblicitario delle due compagnie di basket.

    Queste società “fittiziemente straniere”, beneficiando della propria sovrastima, hanno emesso fatture senza IVA e non hanno presentato alcuna dichiarazione dei redditi in Italia, ottenendo così un’evasione fiscale milionaria.

    A loro volta, gli sponsor, dopo aver ricevuto la fattura, hanno effettuato i relativi pagamenti tramite bonifici bancari sui conti correnti aperti presso le banche di Londra, da cui l’organizzazione criminale li ha immediatamente divulgati con successive operazioni valutarie su conti bancari aperti nel Principato di Monaco e, con ulteriori operazioni, infine, nella Repubblica di San Marino su conti aperti a nome di varie società di comodo e con l’interposizione di vari “intestatari”.

    Da questi conti, il denaro è stato ritirato in contanti per essere restituito fisicamente agli sponsor che, oltre a beneficiare della detrazione fiscale illegale della fattura “gonfiata”, hanno ottenuto l’ulteriore vantaggio di essere in possesso della maggior parte delle somme inizialmente pagate alla società straniera per la sponsorizzazione.

    Entrambi i presidenti dei due club di pallacanestro sono chiamati a giocare un ruolo decisivo nell’associazione criminale perché sono loro stessi a procurare direttamente gli sponsor (tra l’altro, non per conto delle compagnie di basket, ma a favore della compagnia

    Inglese) fornendo materiale per la consegna di fatture false e relativi contratti di sponsorizzazione simulati.

    L’attività svolta dalla Fiamme Gialle Bolognesi rientra nelle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare il contrasto e la vera aggressione dei beni ai più complessi fenomeni di frode – anche internazionale – e alla tutela del patrimonio Comunità.

    L’evasione, infatti, non solo comporta un enorme danno alle autorità fiscali per imposte non riversate, ma riguarda anche l’intero circuito economico in virtù della distorsione causata dalla vendita di beni / servizi ad un prezzo significativamente inferiore rispetto al mercato , proprio a causa del mancato pagamento delle tasse dovute.