Home ATTUALITÀ BREAKING NEWS Bonus adeguamento del 60% anche per computer e software per lo smart...

Bonus adeguamento del 60% anche per computer e software per lo smart working: a chi spetta, come ottenerlo, requisiti

Il bonus adeguamento degli ambienti di lavoro può essere usato anche per le spese che fanno riferimento a software o computer utili per lo smart working: è questa l’importante news che rientra nella circolare n. 20/E pubblicata dall’Agenzia delle Entrate il 10 luglio 2020. Ma in che cosa consiste? Come si procede, e a chi spetta questo particolare bonus adeguamento? E a quanto ammonta?

Bonus adeguamento del 60% per computer e software per smart working: come funziona, come averlo

Un Bonus adeguamento del 60% per computer e software considerati essenziali per lo smart working: l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 20/E del 10 luglio 2020, dà cruciali chiarimenti sulle spese ammissibili al credito d’imposta del 60%, entro il limite di 80.000 euro.

Sono due le categorie di spese ammissibili: quelle degli interventi effettuati per rispettare le misure necessarie per contenere i contagi da coronavirus e quelle per gli investimenti per lo svolgimento in sicurezza delle attività lavorative. È in quest’ultimo contesto rientrano software, sistemi di connessione ed altri strumenti utili per svolgere l’attività in smart working, tra cui per l’appunto i computer per i dipendenti.

aggiornamento ore 2.15

A fare il punto sulla questione è la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 20 del 10 luglio 2020, pubblicata con il provvedimento con le regole per la comunicazione delle spese ammissibili e la cessione del credito d’imposta.

Leggi anche: Coronavirus: le migliori app per lo smart working

Come detto nella circolare in questione, tra le spese ammissibili al credito d’imposta del 60%, spettante fino a 80.000 euro, vi sono gli investimenti connessi ad attività innovative, tra cui quelli relativi allo sviluppo o all’acquisto di strumenti o tecnologie utili per lo svolgimento dell’attività lavorativa.

Leggi anche: Smart working dai Caraibi: cos’è, come si fa, da quando, quanto tempo, qual è la paga, chi può presentare la domanda

L’esempio riportato dall’Agenzia delle Entrate è relativo ai termoscanner, ma non si tratta di certo della sola tipologia di investimento necessario per consentire l’adeguamento dell’attività lavorativa al periodo di emergenza.

aggiornamento ore 7.06

Secondo quanto sancito dalla circolare n. 20/E, per scovare le spese ammissibili al bonus sanificazione occorre partire dai temi della “innovazione” o “sviluppo”. Si tratta delle attività e degli strumenti o tecnologie che possono garantire lo svolgimento in sicurezza dell’attività lavorativa, da chiunque prestata.

Rientrano nell’agevolazione:

  • programmi software,
  • sistemi di videoconferenza,
  • sistemi per la sicurezza della connessione,
  • investimenti necessari per consentire lo svolgimento dell’attività lavorativa in smart working.

Nell’ultima categoria vi rientrano di fatto dunque i computer, così come l’insieme di altri strumenti necessari per permettere l’attività lavorativa a distanza. Un punto importante messo in piedi dall’Agenzia delle Entrate riguarda la data di sostenimento della spesa: il decreto Rilancio, che ha introdotto il bonus adeguamento del 60%, con limite di 80.000 euro di credito d’imposta a richiedente, potrà esser chiesto per tutti i costi sostenuti nel 2020, anche prima dell’entrata in vigore del decreto n. 34 del 19 maggio 2020.

Leggi anche: Coronavirus, smart working, cos’è il diritto alla disconnessione?

aggiornamento ore 10,32