Bordighera, ritrovato il corpo del bimbo: la madre ammette di averlo ucciso – di Andrea Fortini

     

     

     

     

    Ennesima tragedia familiare, questa volta nei pressi di Bordighera, dove una donna, Natalia Sotnikova, ha ammesso ai pm di Imperia durante un interrogatorio di ieri sera: “Ho voluto uccidere mio figlio”. La quarantenne ha affermato di aver nuotato per alcuni metri e, quando si è accorta che il bambino non respirava, lo ha lasciato andare. Intanto gli elicotteri dell’Arma hanno ripreso, in collaborazione con la Guardia Costiera, le ricerche per mare e via terra di Semyon, il bimbo russo scomparso nella notte tra mercoledì e giovedì a Bussana, località di mare di Bordighera (Imperia). Gli inquirenti hanno chiarito il grado di parentela dell’uomo che ha accompagnato la donna e il piccolo nella vacanza in riviera. Si tratta di un russo con cittadinanza americana che ha sposato la donna in seconde nozze. La madre era convinta che il piccolo Semyon soffrisse di epilessia come la nonna. Sono queste alcune indiscrezioni che emergono dopo l’interrogatorio della donna, arrestata per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Secondo una delle versioni fornite da Natalia ai pm che l’hanno a lungo interrogata ieri sera, convinta che il piccolo stesse male ha deciso di “non farlo soffrire” e di portarlo in mare. Ha preso l’auto e si è diretta verso Bussana. Qui, lei stessa avrebbe deciso di morire gettandosi in acqua con il piccolo addormentato dentro il marsupio ma dopo aver nuotato per circa 100 metri si è disfatta del figlio ed è tornata a riva, per poi rientrare in albergo. Ieri sera era stata fornita anche una seconda versione dei fatti ovvero che la donna si è recata sulla scogliera, avrebbe lasciato il bimbo su uno scoglio, poi indicato ai carabinieri, per poi andarsene e tornare dal suo secondo marito in albergo. La madre ha ammesso di averlo abbandonato e di essere successivamente salita sulla lussuosa Bmw blu notte noleggiata, arrivando sulla scogliera di Bussana. Poi la quarantenne ha abbandonato sulla scogliera il piccolo, figlio del suo primo marito, e se ne è andata tornando con le braccia vuote in quell’hotel extralusso dove aveva trascorso una settimana di vacanza, alle 4 del mattino. L’uomo che l’accompagnava e che dormiva in una delle due stanze da letto della suite le ha chiesto dove avesse lasciato il bambino e, non ricevendo risposte coerenti, ha chiamato i carabinieri. Natalia Sotnikova ha concluso così la sua lunga giornata in prigione a Imperia, sottoposta a fermo per omicidio aggravato dalla crudeltà al termine di un interrogatorio durato molte ore. Resta ancora il dubbio se il piccolo sia stato lasciato in mare o sulla scogliera, questo perché Natalia si contraddice, piange, dice di averlo ucciso perché temeva avesse una malattia grave. Ma ai carabinieri hanno indicato con sicurezza il punto dove ha abbandonato il piccolo e da lì sono partite le ricerche. Dopo molte ore di interrogatorio, assistita da un avvocato d’ufficio Natalia Sotnikova è stata formalmente accusata di omicidio aggravato dalla crudeltà e sottoposta a fermo. Dalle stanze della procura è stata trasferita in auto fino al carcere d’Imperia. Una decisione presa dalle due pm che l’hanno interrogata sulla scorta delle indagini eseguite dai carabinieri del Reparto operativo, del Nucleo investigativo di Imperia e dall’Arma territoriale che in una manciata di ore hanno ascoltato l’uomo che ha accompagnato Natalia in questa vacanza italiana. Natalia Sotnikova, russa moscovita, rappresenta solo l’ultimo degli esempi di una società deviata e malata al tempo stesso, in cui nemmeno la famiglia rappresenta ormai un’istituzione sicura.