Brexit, nessuna marcia indietro

    Due anni sono passati dal referendum sulla Brexit, quando una maggioranza risicata di cittadini del Regno Unito decise di staccarsi dall’Unione Europea. Da allora ci sono stati dubbi e ripensamenti riguardo la Brexit, sia da parte di chi ha votato a favore e sia da parte delle alte istituzioni. In primis da parte della premier britannica Theresa May, per cui le opposizioni hanno aspramente criticato la sua linea della ‘Brexit-soft’, ovvero un accordo sull’uscita dall’Unione che però permette ancora delle agevolazioni, sia politiche che economiche, nei confronti delle nazioni Ue che trattano con la Gran Bretagna. Dal 2016 in avanti poi è cresciuto un sorta di panico per la quale l’uscita del Regno Unito dall’Ue rappresenterebbe una specie di catastrofe. Da qui il ripensamento di pochi giorni fa della premier May di annullare il trattato sulla Brexit. Al Consiglio europeo, infatti, “avremo un ospite a sorpresa: la Brexit. Sono sorpreso perché ci eravamo messi d’accordo con il governo britannico e a quanto pare ci sono problemi quando ci si avvicina alla meta”. Il capo della Commissione Ue Jean-Claude Juncker si oppone al dietrofront del primo ministro britannico Theresa May, comunicando la sua decisione alla Plenaria del Parlamento Ue sul successivo Consiglio europeo. “Incontrerò la premier britannica May questa sera, l’accordo che abbiamo raggiunto è il migliore possibile, l’unico possibile, non c’è margine di manovra per nuovo negoziato”, ha detto Juncker. Dopo aver illustrato il suo piano al Parlamento britannico, dove ha trovato il muro innalzato dai pro-Brexit, ieri Theresa May si è pronunciata sul rinvio del voto e oggi parte la sua tourneè europea per affrontare un nuovo ciclo di consultazioni sulle trattative di distaccamento della Gran Bretagna dall’Unione europea. E’ giunta all’Aja per incontrare il premier olandese Mark Rutte, poi si catapulterà a Berlino per far visita alla cancelliera tedesca Angela Merkel e poi a Bruxelles, per una serie di riunioni con il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e quello della Commissione, Jean-Claude Juncker