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Brunetta: “Lavoro alla semplificazione della Pa, per far posto a 150mila giovani lavoratori l’anno”

Sto cambiando le regole gioco del reclutamento dei dipendenti pubblici, le regole dei concorsi, perché altrimenti non si può fare il ricambio generazionale, lo sviluppo del turn over, migliorare gli skills e non si possono avere i volti della Repubblica in grado di interpretare la modernità. E‘ una cosa complicatissima, facile a dirsi e difficile a farsi”.

E’ quanto ‘annunciato’ oggi da Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, che nel corso di un intervento sulla Pa, ha affrontato il tema della digitalizzazione, e del ricambio generazionale degli statali, rilanciando la necessità “di assumere almeno 150 mila giovani l’anno per ripristinare un minimo di turn over serio qualitativo e quantitativo”.

Brunetta: “I giovani impauriti dal mio concorso per colpa dei loro cattivi maestri”

.L’operatività del ministro è provata anche dal nuovo concorso ‘fast track’ per il Sud, che ha promosso insieme alla ministra per la Coesione – Mara Carfagna – volta all’assunzione di qualcosa come 2.800 tecnici. Una ‘prova’ però ‘poco apprezzata, in quanto i titoli e le eventuali esperienze dei candidati, a detta di molti potrebbero indebolirne il principio meritocratico. Ed infatti replica Brunetta: “Chi avrà letto i social negli ultimi giorni avrà visto che c’è stata un’ondata di reazioni impaurite rispetto alle parole che sto dicendo, di giovani impauriti capitanati dai loro cattivi maestri”.

Brunetta: “Sto preparando un decreto legge di semplificazione a 360 gradi”

Ma ormai il ministro prosegue spedito perseguendo un percorso diretto sì al rinnovamento della Pa, ma anche attraverso una riforma dettata dalla semplificazione. Dunque, anticipa che sta “preparando un decreto legge di semplificazione a 360 gradi, che dovrebbe essere approvato entro questo mese, di accompagnamento al Pnrr del Recovery Plan” perché, prosegue Brunetta, “la Pa non deve avere blocchi e quindi il canale di attraversamento deve essere il più semplice possibile. Sarà un diario di bordo per i prossimi sei anni, non solo per salvare ma anche per cambiare l’Italia…”.

Max