BRUXELLES – DURO INTERVENTO DI RENZI SUI MIGRANTI: ‘CHI NON VUOLE RIFUGIATI NON AVRÀ FONDI UE’. SULLA GB C’È ANCORA TANTO DA LAVORARE

Il messaggio è piuttosto chiaro e diretto: i paesi che non intendono accogliere i rifugiati non potranno più contare sugli aiuti dei Paesi dell’Europa che maggiormente contribuiscono ai fondi Ue. Un messaggio che avrà sicuramente destato preoccupazione in primis ai paesi dell’Est, quello che Matteo Renzi ha pronunciato a Bruxelles, nell’ambito della cena dei capi di Stato e di governo dell’Unione, tenutasi ieri sera al Palazzo Justus Lipsius. Una cena, per l’appunto, seguita al vertice dedicato al tema dei migranti, aperto sulle posizioni della Gran Bretagna. Il nostro presidente del Consiglio si è poi rivolto ai Paesi dell’Europa Orientale, invitandoli a smetterla “con le prese in giro”. Quello dei migranti, ha ribadito Renzi, è un problema che riguarda tutti i Paesi dell’Ue, e dunque la solidarietà europea “deve essere bidirezionale, non può consistere solo nel prendere, senza mai dare”. Anche perché siamo nella fase di programmazione dell’erogazione dei fondi europei al 2020: o i Paesi membri dell’Ue sono solidali e, oltre a prendere, riescono anche a dare, oppurei Paesi contributori, tra cui l’Italia, smetteranno di essere solidali. Del resto ormai non è un mistero che alcuni Paesi dell’Europa Orientale continuano ad ‘incassare’ generosi fondi Ue, e poi si  rifiutano di accogliere i migranti. “Passi avanti, timidi, sull’immigrazione, qualche passo indietro sull’accordo inglese”, ha detto Renzi, aggiungendo che sulla posizione della  Gran Bretagna “sono sempre fiducioso, ma un po’ meno ottimista di quando sono entrato”. Nel suo intervento nel corso del Consiglio, Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, ha annunciato “abbiamo detto all’unanimità checi deve essere un approccio europeo alla crisi dei migranti e che gli approcci nazionali non sono consigliabili. Ora ho speranza, dopo aver visto tutti gli Stati membri adottare questo atteggiamento, che si facciano progressi verso le soluzioni che abbiamo tratteggiato mesi fa. Tutti gli Stati membri – ha aggiunto il presidente della Commissione Ue – hanno confermato l’intenzione di impegnarsi a risolvere il problema attraverso il meccanismo delle ricollocazioni. Prima di questo momento, diversi Stati membri avevano preso le distanze da questa prospettiva”. E sugli accordi tra gli anglosassoni e la Ue Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, ha precisato che “Posso solo dire cheabbiamo fatto qualche progresso, ma molto resta ancora da fare. Per affrontare lacrisi dei migranti in Europa,dobbiamo tuttirispettare le regole che abbiamo concordato. Questo riguarda le ricollocazioni e anche il bisogno di tornare gradualmente a una situazione in cui tutti gli Stati membri applicano pienamente il codice delle frontiere di Schengen”, ha quindi aggiunto Tusk, che ha proseguito: “La discussione ha rafforzato il nostro impegno a costruire un consenso europeo sulle migrazioni non ha alcun senso avere un piano A, B o C, perché crea divisioni nell’Ue. Invece, dobbiamo guardare auna sintesi dei differenti approcci. Non c’è alternativa a un piano europeo complessivo”. Infine, il presidente del Consiglio Europeo, ha spiegato che “il piano congiunto di azione con la Turchia è una priorità” e che “stiamo organizzando un incontro speciale con la Turchia agli inizi di marzo”.

M.