Home NOTIZIE LOCALI Campagna anti mafia a Viterbo: cosa ha detto il procuratore De Raho

    Campagna anti mafia a Viterbo: cosa ha detto il procuratore De Raho

    Una campagna di sensibilizzazione contro l’omertà e un monitoraggio contro il rischio di infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale, a causa della crisi economica innescata dal Covid. Sono le due strade maestre del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho al Comune di Viterbo nel corso del consiglio straordinario dedicato alla criminalità organizzata a seguito delle indagini su una associazione di stampo mafioso operativa sul territorio e all’ultima relazione della Direzione distrettuale antimafia.

    Il focus della campagna è: “Se ogni cittadino che subisce va a denunciare, allora taglia l’erba sotto dell’omertà, uno dei pilastri della mafia.” E’ necessaria dunque “un’opera di formazione e educazione indipendente dai colori politici. Viterbo non può diventare una cittadina mafiosa”, ha detto De Raho. Sguardo anche alle infiltrazioni nelle attività economiche, specie in epoca di pandemia: “Le cosche hanno una grande capacità di comprare”- ha continuato De Raho – tante imprese sono a rischio fallimento e un monitoraggio delle istituzioni è essenziale. “Guai se le attività venissero acquistate dai mafiosi, sarebbe la fine.”, ha detto De Raho.

    “Hanno tanti soldi, comprano un bar, un ristorante e un albergo e poi tutto il resto. All’inizio sono simpatici, allegri. Poi quando dite no tirano fuori la loro vera natura, abbassano la maschera, diventano quelli che sono: sciacalli. Impedite agli estranei di entrare nel vostro territorio. Parlatene con le forza polizia. Viterbo non è una cittadina di conquista, ha una tradizione storica fatta di uomini forti che vogliono difendere proprio territorio.”

    E ancora: “Bisogna insegnare alla popolazione che tanti episodi gravi di intimidazione e violenza che sono avvenute (le estorsioni con teste di maiale messe davanti a casa, i colpi di arma da fuoco a dimostrazione che quella sarebbe stata ala fine che la vittima avrebbe fatto, gli incendi di autovetture che si sono susseguiti con grande frequenza) non devono essere sopportati. Bisogna parlare con la cittadinanza e far capire che i problemi di mafia non si lasciano correre, ma che rappresentano un fatto grave che si può perpetuare. Viterbo è una bellissima città, però è necessario che una città come questa si difenda attraverso la reazione degli stessi cittadini. Bisognerebbe fare in modo che si sappia che ciò che è avvenuto non è avvenuto per caso, ma perché si è consentito alle mafie di fare quello che è stato fatto.”

    E poi: “Probabilmente tanti omicidi nel nostro Paese, tante stragi non ci sarebbero state se cittadini avessero fatto il loro dovere, se avessero denunciato. Se ogni cittadino che subisce va a denunciare, allora taglia l’erba sotto i piedi del soggetto che ha commesso quel reato, indirizza subito lo sguardo della magistratura su quel soggetto. L’omertà è uno dei pilastri della mafia. Bisogna che tutti sappiano che l’omertà va cancellata. Voi che rappresentate la politica del luogo potreste iniziare a svolgere un’opera di formazione, educazione e avvicinamento a questa problematica. Tutti insieme indipendentemente dai colori politici. Viterbo non può diventare una cittadina mafiosa”.

    Focus ancora poi sui rischi di infiltrazioni nelle attività economiche, nel contesto di sofferenza generale causato dalla pandemia: ”Anche durante la pandemia le cosche hanno una grande capacitò di comprare. Posso immaginare – ha proseguito De Raho – quante attività economiche sono in procinto di essere cedute. Probabilmente un monitoraggio il Comune lo deve fare. E’ necessario che la città sappia a chi vuole vendere. Non potete consentire che una situazione di difficoltà economica escluda da questo territorio coloro che l’hanno sempre esercitata. Una parte delle risorse vadano a sostenere coloro che non ce la fanno ad andare avanti. Guai se le attività economiche venissero acquistate dai mafiosi, sarebbe la fine. Sono quelli che hanno tanti soldi, arrivano, comprano un bar, un ristorante e un albergo e poi via via tutto il resto. All’inizio sono simpatici, allegri coinvolgenti. Poi quando dite no tirano fuori la loro vera natura, abbassano la maschera, diventano quelli che sono: belve, sciacalli, animali pronti a tutto. E’ bene questo saperlo prima. Qui ancora tante persone gestiscono le attività in forma famigliare. Ecco, mantenete questa realtà, che è la più bella. Impedite agli estranei di entrare nel vostro territorio. E là dove ci sono investimenti, prima che quell’investimento venga attuato, cercate di capire di chi sono quei soldi, quando ci sono investimenti cercate di capire chi è quel soggetto. Parlatene con le forza polizia, e il prefetto. Si capisce che Viterbo non è una cittadina di conquista, ma una cittadina che ha una tradizione storica, fatta di uomini forti che vogliono difendere proprio territorio. Le attività economiche sono la vita di una città. Speriamo che Viterbo riesca a conservare la città che è stata”.