CANCELLATO IL CONCERTO DI NATALE: LA PAURA DELL’ISIS CI RENDE DEBOLI

    Ancora oggi non ci rendiamo conto di quanto la paura offuschi la realtà. Dopo i vari avvenimenti più o meno vicini alla penisola, dopo il Bataclan e tutto quello che ne consegue, ci troviamo a fare i conti con la vita, la vita quotidiana. C’è chi speranzoso esce di casa, convinto che “ciò che deve succedere, succederà in ogni caso”, che si fa coraggio e spera sempre che qualunque cosa accada, sarà abbastanza lontano da lui, e chi si rinchiude a doppia mandata dietro la paura, che non frequenta più luoghi affollati, che non esce più in determinate ore, che ha smesso di vivere come prima perché “non sia mai dovesse succedere anche qui”. Ma dovesse succedere cosa? In fondo, nessun posto è sicuro, o forse lo sono tutti. Qual è la mossa perfetta da fare allora? Smettere di vivere? O continuare a farlo senza preoccupazioni? Non bisogna istigare l’Isis, o qualunque forma abbia preso la violenza, ma è giusto assecondarla? In una scuola milanese è stato posticipato il famoso e tradizionale “concerto natalizio” che mai è stato privato ai bambini che forse son rimasti gli unici a sperare in un mondo migliore, un mondo di pace, di amore, e perché no, di Babbo Natale. Salvini si è espresso a riguardo con due parole chiave “lsis ride”, perché in fondo, forse, è questo il messaggio che vogliono che passi. L’Italia, l’Europa, il mondo, tutti ai loro piedi, tutti loro schiavi, tutti alle loro regole. E se loro dicono di NO al Natale, allora non ci sarà Natale. E se loro dicono di no alla religione, allora non ci sarà religione: per cui, addio concerti natalizi, e addio ai crocifissi nelle scuole, percéè in fondo la libertà di culto è questo, non vedere crocifissi sui muri scolastici. Eppure ci si chiede come mai sia obbligatorio il velo in Afghanistan o in Iran e non possa esserlo un crocifisso su un muro? In fondo non obblighiamo nessuno a portarlo al collo. Viviamo le nostre vite senza lasciarci condizionare, rispettiamo i nostri culti, i nostri valori, la nostra