Caos tassa per auto inquinanti, dietrofront del governo

    Non ha fatto in tempo neanche ad essere valutata dal popolo italiano la misura che prevedeva incentivi per le auto elettriche o ibride, che sono arrivate le proteste di aziende e sindacati, al punto che il Governo starebbe pensando già ad un incredibile dietrofront. Un emendamento alla Manovra ha riaperto le polemiche tra comparto produttivo e governo, sul tema degli incentivi per il settore automotive.

    L’emendamento in questione, approvato martedì sera per la manovra di bilancio, prevede incentivi da € 1.500 a € 6.000 per chi acquista, nei prossimi tre anni, una nuova auto con emissioni tra zero e 90 grammi per chilometro di anidride carbonica: misura che vale per ogni atto elettrica, ibrida o comunque non inquinante. Ma l’inghippo sta nell’altra faccia della medaglia, ovvero l’introduzione di una nuova tassa da 150 a 3 mila euro per coloro che scelgono le auto inquinanti, quelle che hanno dunque valori di emissione superiori a 110 grammi per chilometro.

    “Si tratta di un bonus / malus sulle macchine che consente di pagare meno tasse”, aveva inizialmente spiegato Di Maio. “Le auto elettriche costeranno meno e finalmente le porteremo sul mercato”.
    “Se prendiamo il modello best-seller in Italia, la Panda 1.2 prodotta a Pomigliano, tra le auto non ibride con le più basse emissioni di CO2” ha spiegato Anfia, l’associazione dell’industria automobilistica che aveva ospitato Conte “con il nuovo sistema si pagherà una tassa da 400 a 1.000 euro. Il vantaggio sarà solo per chi acquista auto elettriche costose”.

    “Misura miope che non aiuta a rinnovare il parco auto”, ha reagito Unrae, associazione di case automobilistiche straniere in Italia. La legge porta “gravi conseguenze professionali”, ha fatto eco Federauto. Anche Marco Bentivogli (Fim Cisl) ha parlato di “un altro schiaffo sull’industria nazionale e l’ambiente”. Mentre Rocco Palombella (Uilm) ha sottolineato le possibili ripercussioni su “decine di migliaia di posti di lavoro in pericolo”. Michele De Palma (Fiom Cgil) ha bollato la misura come una “misura estemporanea” e ha chiesto al governo di “non investire per pochi, ma per le auto ecologiche di massa e nel car sharing ibrido ed elettrico”. “Andrà a finire che gli operatori del settore automobilistico e gli operai dovranno scendere in piazza insieme”, ha dichiarato Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica, evocando gli eventi di questi giorni, indetti dalle associazioni di commercianti, imprenditori, artigiani . “Il governo è riuscito nuovamente a unire imprese e lavoratori nella protesta”.

    Tra tutte queste proteste per la misura contro le auto inquinanti, prende il toro per le corna il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini: “Sono assolutamente contrario a qualsiasi ipotesi di una nuova tassa sui beni già tassati ai livelli più alti in Europa”, ha affermato il ministro dell’Interno questa mattina, dopo che la proposta di un cambio nella Manovra è stata messa in evidenza dagli attori del settore e dalla stampa. “Non penso che si preferisca una macchina vecchia per piacere, ma perché non si hanno maggiori possibilità”, ha aggiunto, aprendo di fatto un nuovo fronte con l’alleato di Governo.

    Di Maio, quindi, è tornato sul punto ingranando la retromarcia. “Prima di tutto, non ci sono nuove tasse per le auto già in circolazione”, ha scritto: “Chi ha una Euro3 o qualsiasi altra auto non pagherà più un centesimo”. Secondo Di Maio, si tratta di “premiare coloro che decidono di acquistare meno auto inquinanti, dandogli un incentivo fino a € 6.000. Questa è l’idea della regola progettata dal governo, che disincentiva chi sceglie auto inquinanti”. Il vicepresidente del consiglio ha poi aperto ai cambiamenti: “Questa legge è passata così nella legge di bilancio, ma può essere migliorata al Senato. Ora siamo ad un tavolo con associazioni di costruttori e cittadini per migliorare questa regola. L’obiettivo di questo governo è anche non danneggiare le famiglie”, ha concluso.