CARABINIERI STRONCANO UN’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA AGLI APPALTI TAV E AUTOSTRADE: IN MANETTE ANCHE IL FIGLIO DI MONORCHIO. INDAGATO IL FIGLIO DI LUNARDI

Al momento si ipotizza un’associazione per delinquere finalizzata al compimento di condotte corruttive per l’ottenimento di contratti di subappalto nell’ambito dei lavori per la realizzazione delle seguenti opere pubbliche: tratta TAV ’A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi’ (Alta Velocità Milano-Genova); 6° Macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della ’People Mover’ di Pisa. E’ il frutto della lunga e laboriosa operazione ’Amalgama’, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale della Capitale (partita all’alba tra Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria), che ha portato a 21 misure cautelari tra cui 11 arresti, nove domiciliari e un obbligo di dimora. Soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione. Ma la notizia nella notizia è data dalla presenza, anche di alcuni nomi eccellenti tra gli arrestati, come quello di Giandomenico Monorchio, imprenditore di 46 anni, figlio dell’ex Ragioniere dello Stato Andrea. Giandomenico Monorchio è amministratore della Sintel, società incaricata della direzione dei lavori per la realizzazione della tratta Av Milano-Genova-Terzo Valico dei Giovi. Nella stessa indagine risulta invece solo indagato Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Pietro. Dalle indagini sono state ricostruite le condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso da colui che – fino al dicembre 2015 – era il direttore dei lavori nell’ambito delle tre citate opere pubbliche e dal suo socio di fatto, imprenditore calabrese operante nel ramo delle costruzioni stradali, che si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra cui anche alcuni funzionari del consorzio Cociv. L’indagine dei carabinieri, dall’esame degli elementi probatori raccolti, fa emergere che – nell’ambito delle tre importanti opere pubbliche – il direttore dei lavori ha “messo a disposizione” la sua funzione pubblica in favore di alcune imprese impegnate ad eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui stesso e all’imprenditore calabrese. L’organizzazione capeggiata dall’ex direttore dei lavori e dal suo socio imprenditore calabrese è riuscita a ottenere dalle ditte esecutrici dei lavori contratti, commesse, consulenze e forniture per un importo complessivo di oltre 5 milioni di euro a favore delle aziende a loro riconducibili, come frutto delle operazioni corruttive, con la complicità dei funzionari e dirigenti del General Contractor Cociv. Accertata inoltre, anche l’esistenza di rapporti corruttivi intrattenuti dal direttore dei lavori con i vertici dei General Contractor che si occupano della realizzazione delle tre grandi opere pubbliche.