Cariche e lacrimogeni: torna il caos in Venezuela

    Una giornata convulsa quella che stanno vivendo i venezuelani dove, specie nelle ultime ore, la situazione sembra stia precipitando.
    La premessa era stata in mattinata la liberazione da parte di alcune forze anti-chiaviste e coordinate da Guaidò, di Leopoldo López, noto leader dell’opposizione al governo guidato da Nicolas Maduro. Portato al sicuro (per il momento) nella Base de ‘La Carlota’, Lopez ha invitato tutti alla mobilitazione, parole sottolineate poco dopo dallo stesso Gauidò il quale, fiancheggiato da un folto gruppo di soldati armati, ha invitato tutti a scendere nelle strade per invocare la “cessazione definitiva dell’usurpazione”, per “recuperare la sovranità nazionale”, aggiungendo che  “le Forze armate sono chiaramente dalla parte del popolo, fedeli alla Costituzione”.
    Un appello al quale è seguita l’attesa mobilitazione, e le strade purtroppo sono tornate ad essere teatro di violente e disperate guerriglie, soprattutto nell’area periferica di Caracas denominata ‘Altamira’.  
    E mentre via Twitter, Guaido scriveva “Resisteremo fino a quando non avremo un Venezuela libero. Abbiamo parlato con i nostri alleati della comunità internazionale, abbiamo il loro sostegno in questo processo irreversibile per cambiare il nostro Paese”, fuori a La carlota i feroci agenti della Guardia Nacional del Venezuela hanno fatto un massiccio suo di gas lacrimogeni con l’intento di disperdere i numerosi manifestanti. 
    Impressionante la carica di due mezzi antisommossa che si sono letteralmente scagliati contro i civili in protesta, e solo per un miracolo non c’è scappato il mortro.
    Ma mentre scriviamo però la situazione va peggiorando ed anche in altre città del paese la protesta va crescendo. Come ha testimoniato presidente dei giovani italo-venezuelani, Antonella Pinto, “Qui a Valencia la Guardia Nazionale sta intervenendo contro chi manifesta. I militari vogliono riaprire l’autostrada, ci sono lanci di lacrimogeni”.
    Un’azione che ha subito trovato il plauso dell’amministrazione americana, da tempo dichiaratasi nemica di Maduro. Il numero due della Casa Bianca, Mike Pence ha tenuto a ribadire via Twitter l’appoggio degli Usa agli ‘insorti’: “Gli Stati Uniti vi appoggiano fino a quando la libertà e la democrazia saranno ristabilite”, scrive Pience, riconoscendo la figura di Juan Guaidó “all’Assemblea Nazionale ed a tutti quelli che mano la libertà in Venezuela e che stanno scendendo in piazza per l’operazione libertà. Estamos con ustedes! (stiamo con voi,ndr)”.
    In tutto questo pochi minuti fa Maduro ha invitato tutti a tenere i “nervi d’acciaio – ha scritto su Twitter – Ho parlato con i comandanti di tutte le regioni e le zone del Paese mi hanno manifestato totale fedeltà al popolo, alla costituzione, alla patria. Chiedo la massima mobilitazione popolare per garantire la vittoria della pace. Vinceremo!”. Dal canto suo Jorge Rodriguez, portavoce del governo, ha parlato di un vero e proprio “colpo di Stato da parte di militari traditori: Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento ci stiamo scontrando e stiamo neutralizzando un piccolo gruppo di militari traditori”
    Ovviamente la prima conseguenza è stata quella di dare meno testimonianze possibili della situazione in atto – le notizie giungono infatti abbastanza frammentate – e dunque l’accesso ai social come Twitter e Facebook, ed al web in generale, risulta piuttosto difficoltoso e complicato.
    Dalle poche fonti giornalistiche locali, è trapelata la notizia che a Maracay i soldati allineati con Guaidò avrebbero preso in coinsegna il Gen. Carlos Armas Lopez, a capo dell’azienda pubblica che gestisce gli armamenti e le dotazioni delle forze armate (la Cavim).
    Max