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Case occupate a Roma, spunta l’ipotesi ‘talpe’ in Municipio

Quello capitato Ennio di Lalla è solo l’ultimo di una lunga lista di episodi simili. Storie come quella dell’anziano 86enne che dopo un ricovero in ospedale ha trovato la sua casa a Don Bosco occupata abusivamente, a Roma si ripetono da tempo. Spesso con diverse modalità, ma il risultato è lo stesso: appartamenti che andrebbero assegnati secondo criteri precisi vengono occupati dalla mattina alla sera.

Basta un fabbro a cambiare la serratura e il gioco è fatto. E non sempre la giustizia è rapida nello sgomberare gli appartamenti occupati abusivamente, come successo all’anziano Ennio, che pure al suo ritorno in casa ha visto i segni di una permanenza selvaggia. E proprio su questo gli investigatori hanno avviato delle inchieste per capire il modo in cui agiscono gli occupatori.

Il sospetto è che esistano delle ‘talpe’ all’interno dei Municipi, che dietro un lauto compenso avvisano quando gli appartamenti di proprietà di enti privati vengono liberati, dando di fatto il via libera all’occupazione. Questa è una delle piste seguite dagli investigatori, ma non l’unica. L’altra porta all’esistenza di gruppi strutturati che si dividono strade e zone di influenza, per carpire informazioni sui possibili appartamenti da occupare.

Sta di fatto che il racket delle case è un business che a Roma imperversa da anni. E in alcune zone il dato fa impallidire: a Cinecittà Est, ad esempio, quasi un appartamento su tre è occupato abusivamente. La giustizia spesso è tardiva e può fare poco: quando in casa sono presenti bambini o anziani malati non si può procedere oltre. Così i tempi dello sgombero, quando viene disposto, diventano lunghissimi.