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Centenario del partito comunista cinese, Xi Jinping: “Non permetteremo a nessuna forza straniera di bullizzarci”

Cento anni del Partito comunista cinese. Anche se ormai è noto agli storici che il Pcc non è stato fondato il primo luglio 1921, ma il 23 dello stesso mese a Shangai da una manciata di rivoluzionari, ieri è stato celebrato il centesimo anniversario della sua nascita. Ed è stato fatto in grande, in una piazza Tienanmen, più nota agli europei per la repressione delle proteste del 1989, riempita da 70mila persone. Ornato di una “giacca alla Mao” (scrive il corrispondente del Corriere della Sera Guido Santevecchi), il presidente Xi Jinping ha ricordato alla folla gli obiettivi centrati e le sfide future del regime tra propaganda, successi economici e minacce poco velate.

Xi Jinping: “Non permetteremo a nessuna forza straniera di bullizzarci”

“Il popolo cinese non permetterà ad alcuna forza straniera di bullizzarci e renderci schiavi. Chiunque volesse cercare di farlo si romperebbe la testa contro la Grande Muraglia d’acciaio, costruita con il sangue e la carne di un miliardo e quattrocento milioni di cinesi”, ha detto Xi Jinping senza mai citare gli Stati Uniti d’America, con cui da mesi il rapporto è critico. La Cina “non accetterà mai prediche ipocrite da coloro che sentono il diritto di impartirci lezioni – ha proseguito – Un secolo fa il Paese stava declinando e svanendo agli occhi del mondo. Oggi l’immagine che presenta è quella di una nazione fiorente che avanza con slancio inarrestabile verso il suo ringiovanimento”.

La società “moderatamente prospera”

Nel discorso di circa un’ora il segretario generale del Partito comunista ha rivendicato i successi raggiunti, prima fra tutti la realizzazione di una “società mediamente prospera” e la sconfitta della “povertà estrema”. Il prossimo obiettivo dichiarato sarà “costruire entro il 2049“, anniversario del centenario della Repubblica popolare cinese, un “moderno paese socialista che sia prospero, forte, democratico e culturalmente avanzato”. N

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Taiwan e Hong Kong

Non sono mancati riferimenti a Hong e Taiwan, questioni controverse del regime. “Dobbiamo intraprendere un’azione risoluta per sconfiggere del tutto qualsiasi tentativo di indipendenza di Taiwan – ha tuonato Xi Jinping – Nessuno deve sottovalutare la grande determinazione del popolo cinese di difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”. Obiettivo è “completare l’opera di Mao – scrive Santevecchi – riportando Taiwan sotto il controllo cinese”. Situazione diversa ad Hong Kong, dove ieri si “celebrava” il ventiquattresimo anniversario della restituzione da parte di Londra a Pechino, e il giro di vite nei confronti del “porto profumato” è sempre più incessante.