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Chiellini e il morso di Suarez: “Non c’era bisogno di scuse, anche io in campo sono un figlio di p….a”

Prima Balotelli, poi Felipe Melo. Ora Luis Suarez. Nel suo libro Giorgio Chiellini ha risparmiato nessuno. Ha detto le cose in faccia, anche se a distanza. Per quanto riguarda il famoso morso dell’attaccante uruguaiano al Mondiale del 2014 il difensore della Juve si è espresso così: “Non è successo niente di strano quel giorno”.

Ha poi proseguito: “Io avevo marcato Cavani per la maggior parte della partita, un altro attaccante difficile da gestire poi, improvvisamente, ho notato che Suarez mi aveva morso la spalla. È successo, e questo è il suo modo di porsi nei confronti diretti, e, se posso dirlo, è anche il mio: lui e io siamo simili e mi piace affrontare così le sfide. Ammiro la sua malizia, se la perdesse diventerebbe un attaccante normale”.

Poi un retroscena a seguito di quel gesto. “Dopo un paio di giorni ci siamo risentiti al telefono e non c’era bisogno di chiedermi scusa. Anch’io in campo sono un gran figlio di p… e ne vado fiero: le malizie fanno parte del calcio, neanche le chiamo scorrettezze. Bisogna essere furbi e io Suarez lo ammiravo da sempre”, ha concluso Chiellini.