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Chirurgia seno, tecnica Int Milano dimezza rischio edema braccio

(Adnkronos) – Una nuova tecnica chirurgica messa a punto all’Istituto nazionale tumori di Milano dimezza il rischio di edema del braccio (linfedema), complicanza che insorge in più della metà delle pazienti con cancro al seno – fino a una su quattro – per le quali si rende ancora necessaria la dissezione dei linfonodi ascellari. Il risultato del gruppo di Massimiliano Gennaro, senologo dell’Int, è pubblicato su ‘Cancer’.  

I casi di tumore mammario nei quali si deve procedere alla dissezione dei linfonodi ascellari vanno gradualmente riducendosi, spiegano dall’Irccs di via Venezian. Tuttavia, per molte pazienti in cui si manifesta coinvolgimento linfonodale la procedura rimane essenziale per definire la prognosi e per orientare i trattamenti adiuvanti. La dissezione dei linfonodi ascellari è però gravata dal rischio di linfedema, cioè accumulo di liquido nei tessuti molli del braccio interessato. Secondo alcune stime epidemiologiche ne soffre oltre il 60% delle pazienti sottoposte a trattamenti integrati, con un notevole impatto in termini di disagio percepito, diminuzione della qualità della vita e alterazione dell’immagine corporea; non mancano inoltre problemi nella vita sociale e professionale e un aumento dei costi sanitari. Il rischio di linfedema si può ora ridurre con l’innovativa tecnica chirurgica di dissezione definita ‘selettiva’ (Sad – Selective axillary dissection) sviluppata presso la Struttura complessa di Chirurgia generale a indirizzo oncologico 3 – Senologia dell’Int. 

“Il nostro obiettivo era di verificare se una particolare tecnica di dissezione ascellare selettiva potesse tradursi in un vantaggio in termini di morbilità associata all’intervento, quale l’edema del braccio – afferma Gennaro, autore principale dell’articolo -. Come primo passo abbiamo pubblicato uno studio pilota, seguito poi da uno studio dedicato alla safety oncologica: entrambi hanno dato esito favorevole”. Da qui l’idea di condurre un’analisi più approfondita, per valutare l’efficacia della metodica con uno studio randomizzato che ha coinvolto 130 pazienti operate per carcinoma della mammella, di cui 65 trattate con la tecnica convenzionale e 65 con la tecnica selettiva. “Anche in questo caso i dati emersi sono stati confortanti: rispetto alla tecnica tradizionale – si legge in una nota – la conservazione selettiva di una media di due specifici linfonodi ascellari ha dimostrato di dimezzare l’incidenza dell’edema del braccio rilevato a un anno dal trattamento chirurgico (dal 42% al 21%)”. 

“Questa significativa riduzione – prosegue la nota – è stata confermata da una valutazione multimodale alla quale sono state sottoposte le pazienti arruolate, documentando inoltre che, dopo la Sad, quando l’edema si manifesta, appare in una forma meno grave”. 

In Italia – ricordano dall’Int di Milano – sono circa 60mila all’anno le donne che vengono operate per un carcinoma mammario e ancora oggi, malgrado l’anticipazione diagnostica e i progressi terapeutici, il 15-25% deve essere sottoposto a una dissezione ascellare. L’evidenza clinica acquisita dallo studio condotto, secondo gli autori “può cambiare l’approccio di cura di queste pazienti: le linee guida Aiom (Assoociazione italiana di oncologia medica, ndr) consideravano la Sad solo per casi appropriatamente selezionati, ma i risultati ottenuti dimostrano che questa tecnica chirurgica può venire oggi destinata a un gran numero di donne che, nel loro percorso terapeutico, richiedono la dissezione dei linfonodi ascellari”. 

“Questa tecnica chirurgia riduce dunque della metà il rischio di edema del braccio: si tratta di un risultato importante per il progresso delle terapie chirurgiche, un ambito in cui è piuttosto raro vedere un beneficio di questa entità – commenta Gennaro – Il risultato è già stato accolto favorevolmente nella nicchia dei chirurghi senologi, tanto che la dissezione selettiva viene citata esplicitamente nelle ultime linee guida Aiom per le neoplasie della mammella, uscite nel 2021, come ‘possibile futura alternativa alla dissezione ascellare tradizionale’ per ‘la crescente evidenza di efficacia e basso rischio di recidive regionali’. Ora però si tratta di divulgarlo a un pubblico più ampio, coinvolgendo anche le associazioni di pazienti, affinché diventi un nuovo standard di trattamento: per questo ci attiveremo per un adeguamento anche dei Drg”.