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Stop a palestre, cinema e teatri, bar e ristoranti aperti fino alle 18. Vietate feste e cerimonie religiose: la bozza del nuovo Dpcm

Mentre scriviamo già da diverse ore governo e regioni si stanno confrontando sul da farsi per arginare in modo efficace e, soprattutto nel più breve tempo possibile, questa terribile recrudescenza di nuovi contagi che sta angustiano il Paese.

A quanto sembra, nell’ambito del vertice in corso è stata richiesta la presenza dei responsabili del Cts, per verificare l’eventuale ‘bontà’ delle ennesime – drastiche – misure, che ci si appresta a varare nel nuovo Dpcm. 

Tuttavia il ‘refrain’ è sempre lo stesso. Il governo è letteralmente terrorizzato dall’idea di dover decretare un secondo lockdown e, ‘rosicchiando’ qualche vantaggio qua e la, come vedremo sempre a discapito dei commercianti, al momento avrebbe optato per le chiusure anticipate.

Fonti autorevoli interne a Palazzo Chigi, avrebbero confidato alle agenzie di stampa che, almeno fino a poco fa, su tavolo c’era la proposta (mantenendo però la possibilità di fare asporto), di  chiudere bar e ristoranti dalle 18, con i negozi che invece resteranno aperti così come (e questo rende davvero poco efficace quanto affermato sin qui), anche le persone potranno continuare a passeggiare, o comunque a poter uscire (per poi rincasare non oltre le 21).

Vietate anche le feste e le cerimonie civili e religiose, sia all’aperto che al chiuso

Quanto alle proposte ‘scritte’, per ora si legge: “Restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”. Ed ancora, “Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose

Chiusure anticipate, si sta calcolando il costo del ristoro che dovranno avere i commercianti

Come dicevamo, ancora una volta a pagarne le conseguenze in maniera ben più tragica, saranno le palestre, le piscine, i cinema ed i teatri.

Ma è ancora tutto da capire anche perché, inevitabilmente, se viene tolto ad attività che usufruiscono di una ‘coda serale’ di lavoro, l’opportunità di poter guadagnare, in qualche modo il governo deve ‘supplire’ l’entità di tale danno.

Dunque, ad allungare l’esito della riunione, anche i calcoli che i tecnici debbono fare per capire in che modo assicurare un ‘ristoro’ pubblico per queste categorie di lavoratori.

Max