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Ci lascia la liricità di Enrico Nascimbeni

Quando se ne vanno questi personaggi, eclettici, preparati, capaci di spaziare in più settori riuscendo sempre a distinguersi per capacità e personalità, fa sempre male. A rendere poi oltremodo dolorosa la sua improvvisa scomparsa, anche la giovane età.

E l’altro ieri notte a soli 59 anni, Enrico Nascimbeni è morto a Milano stroncato da un malore. Veronese di nascita (classe 1959), Enrico era ‘figlio d’arte. Il padre Giulio (1923-2008), oltre che un ottimo giornalista culturale del ‘Corsera’, per quasi 10 anni è stato il volto rassicurante della rubrica televisiva Rai ‘Tuttolibri‘. Poeta, scrittore, giornalista, e cantautore, Enrico era un uomo impegnato nel sociale e seguiva una precisa direzione ‘politica’, per la quale circa un anno fa subì un accoltellamento mentre rincasava, da parte di un gruppo di neofascisti.

Giornalista professionista (esame superato brillantemente nel 1985), attività che per molti anni lo ha portato a firmare per quotidiani come il Corriere della Sera, Il Giorno, il Corriere d’Informazione, L’Arena, L’Indipendente, Studio Aperto, Verissimo e Sette. E mentre il suo occhio attento ‘monitorava’ la cronaca – sia nera che giudiziaria – le guerre, e la ‘malapolitica’ (seguì la vicenda ‘Mani Pulite’, ed intervistò addirittura Craxi nell’esilio di Hammamet), nel suo privato continuava a scrivere versi – e a tradurre liriche di noti cantautori americani – molti dei quali poi diventarono canzoni, anche per altri.

In particolare, strinse una profonda amicizia con Roberto Vecchioni, con il quale compose diversi brani, uno dei quali presentato in coppia in un’edizione del pregevole Premio Tenco.
Davvero una brutta notizia la sua scomparsa…
Max

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Di
Max Tamanti