CI RISIAMO: LA CORTE UE AVVIA LA CAUSA CONTRO L’ITALIA PER LE QUOTE LATTE. PER LA COMMISSIONE I PRODUTTORI DEBBONO ANCORA BEN 1,343 MILIARDI DI EURO

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    “La Commissione ha inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora su questo caso nel giugno 2013 e un parere motivato nel luglio 2014. Dato che l’Italia non ha mostrato alcun progresso significativo nel recupero,il caso è ora deferito alla Corte di giustizia. Se la Corte accerterà l’inadempimento dell’Italia, – avvertono – quest’ultima si dovrà uniformare alla sentenza della Corte, esponendosi, in caso di inottemperanza, al rischio di una condanna al pagamento di penali”. Ci risiamo: l’Italia è nuovamente finita sul banco degli imputati della Corte Ue per il mancato recupero del prelievo supplementare delle quote latte dai produttori. Ed oggi (con sommo piacere?), la Corte di Giustizia Europea ha annunciato l’avvio della causa contro il nostro Paese, nell’ambito delle procedure di infrazione dell’Ue, il deferimento alla Corte di giustizia, specificano i magistrati, “costituisce la terza e ultima fase della procedura sul dossier quote latte”, una situazione che si presenta “iniqua anche nei confronti dei contribuenti italiani”. Questo perché, come spiega la Corte Ue, la Commissione stima che, dell’importo complessivo di 2,305 miliardi di euro,circa 1,752 miliardi di euro non siano ancora stati rimborsatidai singoli produttori che hanno materialmente commesso le violazioni. Parte di questo importo sembra considerato perso o rientra in un piano a tappe di 14 anni, ma la Commissione stima che restino ancora da recuperare dai produttori ben 1,343 miliardi di euro, stando a dati resi pubblici da Bruxelles il 26 febbraio 2015. Ma il dossier che coinvolge l’Italia sulle quote latte parte da lontano. A seguito dei problemi di sovrapproduzione nel mercato lattiero-caseario dell’Ue negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80 e del conseguente aumento dei costi dell’intervento pubblico,nel 1984 l’Ue ha introdotto il regime delle quote latte per limitare la produzionee trasferire la responsabilità della sovrapproduzione ai singoli produttori e/o ai caseifici nazionali. Nell’ambito delle regole sulle quote latte, ricorda la Corte con sede a Lussemburgo, “se un Paese supera la propria quota annuale, un prelievo monetario sulle eccedenze – ’prelievo supplementare’ – deve essere versato da tutti i singoli produttori che superano la quota individuale in funzione del proprio volume di sovrapproduzione”. La Commissione ha proposto alla Corte di giustizia dell’Unione europea “un ricorso per inadempimento (o infrazione) contro l’Italia, per non aver assolto adeguatamente al proprio compito di gestione del recupero dei prelievi per la sovrapproduzione di latte. I prelievi devono essere versati dai singoli produttori che hanno superato le quote latte individuali. Ogni anno, dal 1995 al 2009, l’Italia ha superato la quota nazionale e lo Stato italiano ha versato alla Commissione gli importi del prelievo supplementare dovuti per il periodo in questione (2 miliardi e 305 milioni di euro)”. “Tuttavia, nonostante le ripetute richieste della Commissione, risulta evidente – sostiene la Corte Ue – chele autorità italiane non hanno preso le misure opportune per recuperare il prelievo dovuto dai singoli produttorie caseifici. Ciò compromette il regime delle quote e crea distorsioni della concorrenza nei confronti dei produttori che hanno rispettato le quote e di quelli che hanno preso provvedimenti per pagare gli importi individuali del prelievo supplementare. Come sottolineato dalla Corte dei conti italiana, questa situazione è iniqua anche nei confronti dei contribuenti italiani”. Ad ogni modo una cosa ci sembra chiara: banche a parte, quest’Europa non sembra proprio aver rappresentato un’occasione di crescita per i nostri allevatori ed amici coltivatori. Mah…

    M.