Cittadino moldavo morto all’Ospedale di Roma San Camillo

     

    L’ennesimo morto tra le corsie degli ospedali, questa volta si tratta di un cittadino moldavo.

    A quanto capiamo dalle prime testimonianze, le fiamme sono divampate dal letto di un ricoverato nel reparto di Medicina dell’ospedale romano San Camillo. L’uomo, un cittadino moldavo di 64 anni, è stato trovato carbonizzato ma letto, trovato senza la cartella clinica: la vittima aveva un piede amputato. IL suo compagno di stanza ha dato l’allarme ed è riuscito a mettersi in salvo.

    Immediatamente sono intervenute un’infermiera e alcune guardie giurate, ma senza riuscire a mettere in salvo il degente perché bloccato a letto a causa dell’amputazione all’arto inferiore.

    Sono ancora da verificare e accertare le cause dell’incendio. Nel frattempo, i primi due piani dell’ala Maroncelli, dove sono divampate le fiamme, sono stati chiusi in via precauzionale: 17 pazienti sono stati trasferiti nella parte opposta del padiglione”. Per motivi precauzionali gli altri pazienti 40 pazienti dello stesso lato del padiglione sono stati trasferiti in day hospital trasformati in posti di degenza”.

    Alcuni raccontano che potrebbe essere stato causato da una sigaretta, altri spiegano che sul letto della vittima si trovava una coperta di pile, materiale infiammabile.

    Secondo i primi accertamenti, nella stanza dove si è sviluppato l’incendio non erano presenti macchinari medicali. La direzione dell’ospedale fa sapere che “il letto dove si trovava il malato deceduto, era di tipo manuale, e come di norma con materasso ignifugo e il padiglione, come attestato dalla certificazione antincendio, era provvisto di sistemi di protezione, estintori, impianto di rilevazione fumi, compartimentazione anti fuoco, che hanno impedito il propagarsi del fumo e delle fiamme”.

    In ogni caso, se era tutto veramente in regola lo stabiliranno, oltre all’autorità giudiziaria, gli ispettori inviati dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin.

    Valeria Colanicchia