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Clima, l’Ipcc: “Con le giuste politiche ed i comportamenti, possiamo portare un 40-70% di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2050”

Dal 2010 si sono registrate diminuzioni sostenute fino all’85% dei costi dell’energia solare ed eolica e delle batterie. Una gamma crescente di politiche e leggi ha migliorato l’efficienza energetica, ridotto i tassi di deforestazione e accelerato la diffusione delle energie rinnovabili”. E’ quanto annuncia il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), che proprio oggi ha presentato gli esiti dell’ultimo report, nell’ambito della 56esima sessione che ha approvato il ‘Summary for Policymakers’ del contributo del ‘Working Group III’, giunto al sesto ciclo di valutazione (AR6), intitolato ‘Mitigation of Climate Change’.

L’Ipcc: “Senza una riduzione immediata delle emissioni in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è fuori portata”

Come spiega la nota dell’Ipcc, ”Nel periodo 2010-2019 le emissioni globali medie annue di gas serra hanno raggiunto i livelli più alti della storia dell’umanità, ma il tasso di crescita è rallentato. Senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è fuori portata. Tuttavia, ci sono prove crescenti di azione per il clima“.

L’Ipcc: “Siamo a un bivio. Le decisioni che prendiamo ora possono garantire un futuro vivibile”

Dunque, avverte Hoesung Lee, presidente dell’Ipcc, “Siamo a un bivio. Le decisioni che prendiamo ora possono garantire un futuro vivibile. Abbiamo gli strumenti e il know-how necessari per limitare il riscaldamento. Sono incoraggiato dall’azione per il clima intrapresa in molti Paesi. Ci sono politiche, regolamenti e strumenti di mercato che si stanno rivelando efficaci. Se questi vengono ampliati e applicati in modo più ampio ed equo, possono supportare profonde riduzioni delle emissioni e stimolare l’innovazione“.

Il copresidente dell’Ipcc: “Avere le giuste politiche portare un 40-70% di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2050”

Dal canto suo Priyadarshi Shukla, copresidente dell’Ipcc Working Group III, è convinto che “Avere le giuste politiche, infrastrutture e tecnologie in atto per consentire cambiamenti al nostro stile di vita e ai comportamenti può portare un 40-70% di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2050. Un notevole potenziale non sfruttato. L’evidenza mostra anche che questi cambiamenti nello stile di vita possono migliorare la nostra salute e il nostro benessere“.

Gli esperti del settore: “Abbiamo opzioni in tutti i settori per almeno dimezzare le emissioni entro il 2030”

Tuttavia gli esperti del settore i strano fiduciosi perché “abbiamo opzioni in tutti i settori per almeno dimezzare le emissioni entro il 2030“. Nello specifico, illustrano: ”limitare il riscaldamento globale richiederà grandi transizioni nel settore energetico. Ciò comporterà una sostanziale riduzione del consumo di combustibili fossili, elettrificazione diffusa, maggiore efficienza energetica e uso di combustibili alternativi (come l’idrogeno)“.

Gli esperti dell’Ipcc: “Anche le città e altre aree urbane offrono opportunità significative per la riduzione delle emissioni”

Dunque, proseguono gli esperti dell’Ipcc, “anche le città e altre aree urbane offrono opportunità significative per la riduzione delle emissioni. Attraverso un minor consumo di energia, elettrificazione del trasporto in combinazione con fonti di energia a basse emissioni e il potenziamento di assorbimento e stoccaggio del carbonio utilizzando la natura”.

Il rapporto dell’Ipcc: “Raggiungere lo zero netto sarà difficile e richiederà nuovi processi di produzione, elettricità a basse e zero emissioni”

Come ben spiega il rapporto presentato oggi dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, “la riduzione delle emissioni nell’industria comporterà l’utilizzo più efficiente di materiali, riutilizzando e riciclando prodotti e riducendo al minimo gli sprechi. Per i materiali di base, compresi l’acciaio, materiali da costruzione e prodotti chimici, processi di produzione a basse o zero emissioni di gas serra sono in sperimentazione e vicinissimi ad un fase commerciale. Questo settore rappresenta circa un quarto delle emissioni globali. Raggiungere lo zero netto sarà difficile e richiederà nuovi processi di produzione, elettricità a basse e zero emissioni, idrogeno e, dove necessario, cattura e stoccaggio del carbonio”. Inoltre, spiegano, ”L’agricoltura, la silvicoltura e altri usi del suolo possono fornire riduzioni delle emissioni su larga scala e anche rimuovere e conservare l’anidride carbonica. Tuttavia, la terra non può compensare un ritardo nella riduzione di emissioni in altri settori“, chiarisce l’Ipcc.

Il responsabile del think tank italiano: “Non si può pensare oggi di espandere la produzione di gas fossile e la costruzione di nuove infrastrutture a gas”

Secondo Luca Iacoboni, responsabile Politiche Nazionali per il think tank italiano, “La nuova pubblicazione dell’Ipcc porta messaggi di speranza e di allarme. La comunità scientifica è sempre più netta: per contrastare la crisi climatica serve accelerare drasticamente l’installazione di rinnovabili, aumentare gli interventi di efficienza energetica ed elettrificare il trasporto. Contemporaneamente dobbiamo eliminare, gradualmente ma rapidamente, i combustibili fossili. L’Italia deve seguire questa direzione. Per questo non si può pensare oggi di espandere la produzione di gas fossile e la costruzione di nuove infrastrutture a gas, che siano gasdotti, rigassificatori o centrali elettriche a carbone riconvertite, prima di dare precedenza alle alternative pulite. Serve una nuova logica di sicurezza nazionale”.

Iacoboni (think tank italiano): “Urge implementare le misure di efficienza e risparmio energetico e sbloccare il settore delle rinnovabili”

Tutto ciò rispetto al fatto che, prosegue Iacoboni, “Il conflitto in Ucraina ha evidenziato tutta la fragilità del nostro sistema energetico, estremamente dipendente dalle importazioni. La soluzione non può essere solamente diversificare i fornitori, ma è necessario diminuire tale dipendenza implementando misure di efficienza e risparmio energetico e sbloccando il settore delle rinnovabili, ormai fermo in Italia dal 2014. La buona notizia è che tutto questo ci permetterà contemporaneamente di migliorare la resilienza economica e sociale del Paese, costruire una nuova economia e agire per mitigare la crisi climatica, come indicato dalla comunità scientifica“.

Max