COMUNE, SI DELLA COMMISSIONE A “SPOSARSI A ROMA”: AULA DECIDERÀ SEDI E TARIFFE

Trovare nuovi luoghi a Roma per matrimoni di cittadini e turisti, finora “costretti” al Campidoglio e alle Terme di Caracalla, con un occhio anche alle casse capitoline. Con queste motivazioni la delibera “Sposarsi a Roma”, primo firmatario Fabrizio Panecaldo (Pd), ha ricevuto oggi il parere favorevole dalla commissione Statuto di Roma Capitale, alla presenza della presidente della commissione Politiche sociali Erica Battaglia (Pd). Nodo cruciale affrontato nella riunione odierna è il controllo dell’Assemblea capitolina sulle proposte della Giunta in materia di luoghi, tempi e modalità delle nozze, assente nel testo originario: su questo punto ha insistito un emendamento del M5S, accolto da Pd e Lista Civica Marino. Con altri due emendamenti, all’Aula è stato affidato anche il compito di fissare il tariffario per l’utilizzo, mentre non sarà necessario formulare un regolamento, poiché già presente nella normativa statale in materia, seguendo l’indicazione in tal senso data il 26 marzo dal direttore dell’Anagrafe Andrea Ottavianelli. Soddisfatta la presidente della commissione Statuto Svetlana Celli: “Con questa delibera apriamo ad altre possibilità, oltre alle due strutture disponibili. Non c’è nulla di male a valorizzare e recuperare risorse, evitando file immense per chi vuole sposarsi in Campidoglio”. Per la collega alle Politiche sociali Erica Battaglia si sancisce “l’ampliamento delle possibilità che il servizio pubblico dà di sposarsi a Roma. Siccome a Roma la richiesta per i matrimoni è alta, è opportuno che la Capitale si doti di altre sale di prestigio, riqualificando anche, se necessario, il suo patrimonio”.