Condono, tensione nel governo, Conte convoca il cdm. Salvini frena, poi stempera: Se serve ci sarò

    Che caos all’interno della maggioranza di governo e della amministrazione Conte, dove le due anime partitiche della lega e del Movimento Cinque Stelle sono in tensione e, se non proprio ancora ai ferri corti sul tema del Condono, piuttosto nervosi e lontani a livello ideologico e anche pratico sul tema. L’aria che si respira, nonostante le parole poi di stemperamento da parte di Salvini, è quella di un caos che potrebbe anche nella migliore delle ipotesi produrre un qualche evidente strascico anche nei tempi a venire. In effetti, dopo giornate molto intense in cui i vari punti concettuali e reali sulle manovre avevano fatto alzare l’attenzione e la posta in palio da ambedue i lati della coalizione di governo, la tensione tra le parti non era mai così elevata. Si è respirato nervosismo, e il livello dello scontro tra Lega e 5Stelle sul decreto fiscale ha rischiato di far saltare equilibri costruiti a fatica per mesi. Questo, naturalmente, dopo l’uscita pubblica di Luigi Di Maio che in televisione ha parlato di testo manipolato e, naturalmente, la Lega che ha negato e si è particolarmente risentita per esser stata, di fatto messa alla berlina. Poi c’erano state le parole del viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, a glissare sulle accuse M5S. “Decreto manipolato? Lo conoscevano tutti”, ha detto. Infine, l’intervento direttamente di Matteo Salvini. Da lì, la vera polemica e la lite anche sulla convocazione del consiglio dei ministri per rivedere il testo del decreto. Con il premier Conte che lo annuncia per sabato e Matteo Salvini che lo esclude. Il presidente del Consiglio si inalbera, pur senza perdere il bon ton, ma chiarendo un concetto che forse sfugge un po’ a molti: “Il premier sono io”.
    D’altra parte, il Carroccio aveva fatto muro. Facendo in effetti sapere che alla riunione non andrà nessuno.
    “Io domani sono in Trentino. Non possiamo rifare il consiglio dei ministri ogni quarto d’ora. Quando prendo un impegno, quando firmo un contratto con Di Maio e con gli italiani, lo mantengo. Quando approvo un decreto lo mantengo. Non possiamo ricominciare tutto daccapo. Non si può costruire di giorno e smontare di notte”. E ancora. “Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni o scie chimiche. Questo è un governo che non ha timidezze, problemi o complotti contro. In consiglio dei ministri c’erano tutti, non c’ero solo io”. E poi, in un crescendo ironico: “Stiamo per essere attaccati dall’Europa: se diciamo che il decreto è stato modificato la sera per la mattina da Batman o da Robin, è un problema”.
    La tensione è tale che – stando alle fonti – lo stesso Conte avrebbe minacciato le dimissioni. In serata è però arrivata la smentita di Palazzo Chigi. E quando è ormai notte Salvini apre: “Se serve, ci sarò”.
    Dopodichè, arrivano i tweet e le comunicazioni ufficiali da parte del ministero a stemperare, dopo le valutazioni notturne del caso. Ma, come si sa, le polemiche divampate su fiamme calde, in qualche modo, lasciano sempre strascichi e ferite. Quali saranno, andrà valutato nelle prossime ore.