Confiscato il patrimonio di Don Euro: 700 mila euro tra diamanti, polizze e conti correnti

    Don Euro: così i parrocchiani avevano soprannominato don Luca Morini, ex sacerdote di Pisa e a lungo in servizio nei paesini di Sant’Antonio a Caniparola e delle altre parrocchie dalle parti di Massa. Soprannome per niente errato. Un patrimonio di circa 700mila euro, tra diamanti, conti correnti, polizze sulla vita e preziosi, è quello che è stato confiscato all’ex religioso, su disposizione del tribunale di Genova. I diamanti erano custoditi a Milano nel caveau di una società di investimento.I giudici della sezione per le Misure di prevenzione del capoluogo ligure hanno accolto le richieste della Direzione distrettuale antimafia e hanno dunque disposto il sequestro come aveva chiesto la pm della procura di Massa Alessandra Conforti. ?I giudici fin dall’estate avevano sequestrato il tesoretto del sacerdote a processo con l’accusa di truffa aggravata, riciclaggio, estorsione e spaccio di droga. Avevano chiesto all’ex parroco di spiegare la provenienza di quel denaro, ma da lui non sono arrivate risposte in grado di confutare i sospetti: cioè che don Euro travasasse le donazioni dei parrocchiani destinate ai poveri, per finanziare la sua dolce vita. Viaggi ed escort, festini a base di droga, hotel lussuosi e cene da gourmet. 
    Nelle motivazioni della confisca si scrive anche delle minacce fatte al vescovo, monsignor Giovanni Santucci, a proprosito di un presunto dossier su altri sacerdoti della medesima diocesi. Per mesi la curia ha garantito a Luca Morini non soltanto l’usufrutto di una casa (una villetta a due piani alla periferia di Massa) acquistata dalla diocesi, ma una domestica pagata e altri compensi minori. Ad accusare l’ex sacerdote (è stato espulso dal clero lo scorso marzo con un provvedimento firmato dal vescovo) anche la lunga testimonianza di un giovane escort napoletano che si è sentito tradito quando ha scoperto che l’uomo col quale si accompagnava (a pagamento) in certi weekend non era un giudice come gli aveva fatto credere e nemmeno un personaggio influente in grado di trovargli un lavoro, ma un semplie sacerdote di paese. E’ così emerso, sempre secondo l’accusa, che negli incontri a luci rosse con gli escort, don Euro si inventava identità fasulle per non rivelarsi.
    Per anni, passando da una parrocchia all’altra don Morini chiedeva incessantemente soldi: per sistemare la chiesa, per aiutare dei poveri, per contribuire al sostentamento di fondazioni. In realtà gran parte di quel denaro, ha rivelato l’inchiesta della magistratura massese, finiva nelle sue tasche. E lui lo spendeva o lo investiva: in polize e diamanti. Il processo è in corso, in fase di dibattimento.