Home POLITICA Conte: “Avanti insieme o mi dimetto”

Conte: “Avanti insieme o mi dimetto”

Vuole chiarezza Giuseppe Conte, lo ha ribadito chiaramente nel suo atteso discorsi agli italiani. Nessuna lotta intestina tra M5s e Lega, pena le dimissioni: “Chiedo a entrambe le forze politiche di governo, e in particolare ai loro leader, di operare una scelta chiara e di dirci se hanno intenzione di proseguire l’azione di governo nello spirito del contratto”, ha ribadito il premier, che ha poi aggiunto: “Sono pronto a rimettere il mio mandato in caso di mancata collaborazione leale”.

Il discorso è avvenuto a Palazzo Chigi, nella sala dei Galeoni. Quasi trenta minuti per invitare i due movimenti che animano il governo di appianare le loro divergenze per trovare la giusta intesa per andare avanti: “Un anno fa giurai che avrei agito nell’interesse esclusivo della Nazione – Ha ribadito Conte – Questo giuramento rimarrà sempre la mia stella polare”.

Conte: “Non ho mai giurato fedeltà al M5s”

Il premier Conte continua il suo atteso discorso analizzando il suo rapporto con il M5s: “Non ho mai giurato fedeltà né mi è stata chiesta alcuna attestazione di fedeltà. Ho interpretato il M5s come un movimento sano, ma non mi sono mai iscritto, sono un indipendente. Poi, da premier, legittimamente possono attribuirmi una targa, ma io sono a posto con la mia coscienza. Anzi, come premier, ci sono stati momenti in cui esponenti M5s sono rimasti dispiaciuti per tante decisioni che ho preso. Ho sempre ritenuto che il contratto fosse un elemento di forza del governo: è la modalità più lineare e trasparente per dar vita a un governo tra due distinte forze politiche con contenuti programmatici diversi e contesti valoriali distinti”.

Conte ha poi spiegato il significato della leale collaborazione invocata all’inizio del suo discorso: “Leale collaborazione vuol dire che, se il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio dialogano con l’Ue per evitare una procedura d’infrazione che ci farebbe molto male, le forze politiche non intervengono ad alterare quel dialogo riducendo quella trattativa a terreno di provocazione. Il mio motto è ‘sobri nelle parole e operosi nelle azioni’. Se continuiamo nelle provocazioni per mezzo di veline quotidiane, nelle freddure a mezzo social, non possiamo lavorare. I perenni, costanti conflitti comunicativi pregiudicano la concentrazione sul lavoro”. In chiusura c’è anche spazio per una battuta: “Cosa farei se mi dovessi dimettere? Mi piacerebbe allenare la Roma”, ha concluso ridendo Giuseppe Conte.

Aggiornamento 7:00

Mentre il premier Giuseppe Conte parlava da Palazzo Chigi, il vicepremier Matteo Salvini rispondeva indirettamente con una diretta Facebook: “Il governo va avanti, se tutti mantengono la parola data avanti”, ha ribadito il leader della Lega, che ha poi continuato parlando delle presunte liti con il M5s: “Io non litigo con nessuno, sono settimane che non rispondo a insulti e attacchi. Tempo da perdere non ne ho, e non ne abbiamo”. E ancora: “Noi non abbiamo mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti”, ha concluso Salvini.